Liberenote

Liberenote è un'associazione culturale fiorentina che si occupa di formazione musicale e di produzione artistica.L'associazione, sotto la guida della decennale esperienza artistica del maestro Marco Papeschi, si occupa di vari progetti tra cui “Chi è di scena”, rassegna di teatro musicale dedicata ai giovani delle scuole, in corso al Teatro Puccini di Firenze, fino al 24 maggio.

La preparazione di una rappresentazione teatral-musicale consente ai ragazzi coinvolti di imparare facendo (learning by doing). Ognuno di loro infatti, può scegliere se cantare nel coro, suonare nell'orchestra, se recitare, danzare o occuparsi della componente scenica. “Il Teatro-Musicale – come si legge sul sito dell'associazione - rappresenta una miniera preziosa in cui si trovano spunti per lo sviluppo di percorsi didattici che aprono all’interdisciplinarietà, oltre che offrire ad ognuno la possibilità di identificarsi in una particolare area formativa.”

Abbiamo intervistato Marco Papeschi, musicista, direttore artistico e fondatore di Liberenote.

Come è nata l'idea di Liberenote?

Inizialmente Liberenote è nata con l'intenzione di avere una base consolidata per il rapporto lavorativo che avevo appena intrapreso con le Regione Toscana. Successivamente da sede istituzionale che era, si è trasformata in sede operativa di un progetto educativo che è arrivato a coinvolgere quest'anno circa settecento giovani di sette scuole pubbliche e paritarie della provincia di Firenze.

In cosa consiste il metodo Liberenote?

Il metodo consiste nel provocare nei bambini e negli adolescenti delle reazioni. Reazioni che consentano loro di liberare le emozioni. L'attività musico-teatrale che i ragazzi svolgono con Libere Note, proprio per questo motivo, è a tutti gli effetti uno strumento di attività didattica.

Che ruolo ha l'educazione musicale, e l'arte in generale nella crescita?

La musica e l'arte fanno il contrario di ciò che l'istituzione scolastica cerca di ottenere. Se la scuola ha come obbiettivo principale quello di “addestrare” gli studenti e di inquadrarli, l'arte ha quello di educare all'autonomia, alla scelta consapevole.

Che progressi ha visto nei ragazzi durante la preparazione delle opere di teatro musicale?

Moltissimi. Ma non funziona per tutti allo stesso modo. Dove c'è la collaborazione dei docenti e l'esperienza viene ripetuta negli anni si hanno risultati decisamente migliori. Proprio per questo motivo ho deciso di focalizzarmi su quelle scuole che appoggiano maggiormente il progetto. In questo senso la primaria “Giotto” di Firenze è da due anni a questa parte un progetto pilota, dato che stiamo sperimentando il metodo educativo di Liberenote su un gran numero di classi.

Crede che i ragazzi sentano nella scuola la mancanza di un'educazione all'arte?

Sarebbe facile rispondere “Si”. Il fatto è che i ragazzi sentirebbero la mancanza dell'arte se la avessero prima conosciuta e poi persa. Molto spesso invece non è così, ne sono anzi estranei.

Secondo lei la mancanza nella scuola italiana di un' educazione artistico-musicale è solo questione di budget?

Io credo sia soprattutto un problema culturale e che il budget sia la scusa principale. Se c'è la volontà infatti, possono essere finanziati anche progetti impegnativi come il nostro. Nel nostro caso per esempio, solo un terzo del nostro bilancio proviene dalle scuole, il resto dei finanziamenti proviene dalla Regione, che si è impegnata con noi in un progetto a lungo termine e da enti privati come la Cassa di Risparmio. (am)

 

Ultimo aggiornamento: 25/07/2012 - 15:56