I bambini e i ragazzi hanno il diritto di: “continuare ad amare ed essere amati”, “continuare ad essere figli e vivere la loro età”, “non essere coinvolti nei conflitti dei genitori”, “a ricevere spiegazioni”. Ogni parola è stata attentamente soppesata, ogni punto della nuova Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori è stato descritto tenendo conto del punto di vista dei più piccoli, che sono i veri destinatari del lavoro presentato dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.



Abbiamo chiesto alla Garante, Filomena Albano, com’è nata questa Carta appena presentata.

“La Carta è frutto di un lavoro corale svolto da un’apposita commissione che nel corso di una serie di audizioni ha coinvolto esperti scelti tra personalità in ambito giuridico, sociale, psicologico e pedagogico. Esperti e commissione hanno riflettuto, in particolare, su argomenti come la bi-genitorialità, i comportamenti auspicabili da parte dei genitori, al pari di quelli che dovrebbero evitare. Si sono interrogati sulle esigenze dei figli tenendo conto della loro età, sulla necessità di ascoltarli e di riportare loro le decisioni prese così come, eventualmente, farli partecipare alla riorganizzazione della vita familiare. Tra i temi oggetto di approfondimento nel corso delle audizioni anche quello del ricorso alla mediazione familiare che per noi ha un valore immenso ma deve essere un percorso partecipato, consapevole e volontario che non deve coinvolgere i figli. Un passaggio particolare del processo che ha portato alla redazione della Carta ha coinvolto la Consulta dei ragazzi, che hanno dato un contributo significativo alla stesura del documento. La Consulta è costituita da diciotto under 17 – nove maschi e nove femmine – provenienti da scuole medie e superiori, rappresentanze studentesche, gruppi scout, oratori e federazioni sportive”.

Quale riflessione ha portato a questa iniziativa?

“I diritti a cui si fa riferimento affondano le radici nei principi della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989. A distanza di 30 anni da quel documento abbiamo sentito la necessità di attualizzare i contenuti, declinarli a beneficio della società di oggi e sviluppare quindi i 10 punti che costituiscono la Carta. Quando parliamo di separazione non possiamo far riferimento ai soli aspetti giuridici, poiché questa rappresenta un cambiamento e un momento di difficoltà tanto per gli adulti che si separano, quanto per i figli, in particolare quelli di minore età, che inevitabilmente la subiscono. La necessità di riorganizzazione, i contrasti, i cambiamenti, i problemi legati alla sfera economica possono distogliere l’attenzione dalle esigenze e dai diritti dei figli. Da qui la necessità di dare un monito agli adulti, sia ai genitori che alle istituzioni”.

Qual è la principale novità della Carta?

“Un importante lavoro è stato quello della redazione dei punti, serviva ricondurre a un messaggio semplice la complessità degli argomenti perché i destinatari della Carta sono i bambini e i ragazzi che devono conoscere i loro diritti e reclamarne l’effettiva attuazione. Questa è la vera novità dell’iniziativa”.

Qual è la maggiore difficoltà nel far rispettare questi diritti?

“Bisogna riportare i bambini al centro dell’attenzione in una situazione di separazione dei genitori. Gli adulti si trovano a dover affrontare periodi di sofferenza e possono perdere equilibrio, ma bisogna evitare di travolgere anche i figli. Il secondo punto spiega che i figli “hanno il diritto di continuare a essere figli e di vivere la loro età”, hanno diritto alla spensieratezza e alla leggerezza, e di non essere travolti dalla sofferenza degli adulti. Non è pensabile che diventino confidenti e amici dei genitori, che di colpo siano trattati da adulti”.



Come si può spiegare la situazione ai ragazzi?

“L’accorgimento migliore è concordare un linguaggio comune per spiegare la decisione della separazione. Ma è importante coinvolgere i bambini e i ragazzi solo nella fase conclusiva, quando il cambiamento è ormai inevitabile. Quando la decisione passa dal tribunale serve una modalità per canalizzare l’informazione”.

Come verrà diffusa la Carta?

“Vorremmo che i dieci punti fossero ben visibili nei luoghi frequentati dai bambini e dai ragazzi, cercheremo di diffonderla a psicologi, pediatri, alle scuole. È importante che i bambini siano consapevoli di essere titolari di diritti, che sappiano che di “minore” hanno soltanto l’età”.

Ultimo aggiornamento: 10/10/2018 - 15:41