Cambiano i bambini, cambia l'Italia

I due più importanti istituti di statistica italiani sono usciti a poche settimane di distanza con due rapporti che, tra le altre cose, analizzano il rapporto tra giovani italiani e nuovi media. E' infatti uscito a metà novembre il Report 2011 su Infanzia e vita quotidiana realizzato dall'Istat in collaborazione col Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, mentre a inizio dicembre è stato pubblicato il 45° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2011 con l'ormai usuale capitolo su Comunicazione e Media.
Entrambi i lavori mettono al centro gli enormi cambiamenti della società italiani portati dalla rivoluzione dei nuovi media, soprattutto per quanto riguarda la fascia più giovane della popolazione che sta rivoluzionando l'approccio all'informazione mediante l'utilizzo di telefonini, tablet, pc e device tecnologici in maniera sempre più convergente.

Il report dell'Istat sottolinea la crescita dell'uso del cellulare, che quasi raddoppia tra gli 11-17enni (dal 55,6% del 2000 al 92,7% del 2011), con un approccio allo strumento che cambia e diviene sempre più multimediale: diminuisce infatti dal 20,3% al 3,9% la percentuale di 11-17enni che usano il cellulare solo per telefonare.
Anche internet guadagna utenti tra i più giovani: la fascia 6-17 anni passa dal 34,3% nel 2001 al 64,3% nel 2011, quella 11-17enni passa dal 47,0% al 82,7%.
Cresce comunque anche la quota di bambini di di 3-5 anni che usano videogiochi e computer per giocare: dal 19,6% del 1998 al 24,1% del 2011 per i bambini e dal 6,7% al 15,9% per le bambine, mentre dai 6 ai 10 anni si raggiunge il 43,2% dei bambini e il 32,8% delle bambine.
Quella del Censis è invece un'indagine che ci svela la natura convergente dell'utilizzo dei media in Italia. Sono soprattutto i giovani (14-29 anni) a cambiare il modo di vedere la tv, infatti il 95% utilizza la televisione tradizionale (analogica o digitale terrestre), il 40,7% la web tv, il 39,6% la tv satellitare, il 2,8% l’iptv, l’1,7% la mobile tv. E sempre i giovani aumentano l'utenza del web visto che si attestano all'87,4% nell'utilizzo di internet e comunque, più in generale, l'utenza della rete supera finalmente nel 2011 la soglia del 50% della popolazione italiana aumentando del 6,1% rispetto al 2009. Si va dal già citato 87,4% dei giovani al 15,1% degli anziani (65-80 anni), tra il 72,2% dei soggetti più istruiti e il 37,7% di quelli meno scolarizzati.
Molto interessante il rapporto con l'informazione in cui i telegiornali fanno ancora la parte del leone seguiti dall'80,9% degli italiani ma tra i giovani il dato scende al 69,2%, molto vicino al 65,7% dei motori di ricerca su Internet e al 61,5% di Facebook. Invece per la totalità degli italiani al secondo posto si collocano i giornali radio (56,4%), poi la carta stampata con i quotidiani (47,7%) e i periodici (46,5%). Dopo ci sono il televideo (45%), i motori di ricerca come Google (41,4%), i siti web d’informazione (29,5%), Facebook (26,8%), i quotidiani on line (21,8%). Le tv all news (16,3% complessivamente) saono seguiti dal 20,1% degli adulti e da 21,7% tdei diplomati e laureati. Le app per smartphone o tablet arrivano al 7,3% di utenza e Twitter al 2,5%.
Ma nonostante questi cambiamenti resta un forte digital divide tra l'Italia e gli altri paesi dell'Unione Europea sia per la diffusione dell’accesso a Internet, sia per la qualità della connessione, visto che in entrambi i casi il nostro Paese si colloca al ventunesimo sui 27 paesi dell'Unione. Infatti tra le famiglie che hanno almeno un componente tra i 16 e i 64 anni si raggiunge il 59% (rispetto alla media europea del 70%), mentre la banda larga raggiunge il 49% della popolazione rispetto alla media europea del 61%.
Una nota positiva invece arriva dall'Istat che rileva che tra le altre cose le bambine hanno hanno raggiunto i bambini nell’uso del pc e superato i loro coetanei nella maggior parte nell'uso di internet (65,1% contro il 63,5%), nella lettura (63,7% contro il 50,3% dei maschi), nella fruizione di cinema (81,5% contro il 79%)e teatro (35,4% contro il 27,9%).
Inoltre i bambini dai 6 ai 17 anni che nei 12 mesi precedenti l’intervista non sono andati al cinema, non hanno letto libri, non hanno usato il pc né Internet, e non hanno praticato sport sono il 4,6% mentre nell'anno precendete erano il 7,2%.
La riduzione delle disguaglianze è stata maggiore nelle situazioni in cui le differenze erano più grandi, soprattutto nel rapporto con le nuove tecnologie, evidentemente questi "nuovi comportamenti cominciano a rompere, almeno parzialmente, anche le barriere sociali e territoriali". (francesca conti)

Ultimo aggiornamento: 15/05/2012 - 10:07