Sono oltre 22mila, secondo Unicef, i bambini bloccati in Grecia in seguito all'accordo UE-Turchia. Accampati in condizioni inumane, in attesa che sia apra per loro un varco verso l'Europa. I bambini non accompagnati sono la categoria più a rischio e rappresentano circa il 10% della popolazione migratoria minorile presente attualmente in Grecia: se ne stimano circa 2.000, ma non tutti sono registrati ed è quindi probabile che il numero sia più alto. Fra gennaio e metà marzo di quest'anno, sono stati registrati nel paese 1.156 minorenni non accompagnati, con un incremento del 300% rispetto allo stesso periodo del 2015.

“Abbiamo notizie di bambini che non mangiano, che vivono in condizioni drammaticamente folli tra servizi igienici carenti e mancanza di vestiario adeguato”, spiega a Adn Kronos Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, denunciando un imminente collasso della situazione che la Grecia non è più in grado di gestire. In mancanza di alloggi adeguati molti bambini sono ospitati nei centri di “custodia protettiva temporanea”, di fatto centri di detenzione. Nessuna informazione filtra da questi luoghi, sappiamo sono che spesso restano lì anche per periodi non brevi.

L'Organizzazione non governativa valuta positivamente la norma varata in Grecia lo scorso 4 aprile che esenta dalle cosiddette “procedure frontaliere straordinarie” o rinvii alcune categorie più deboli come appunto i minorenni non accompagnati o separati dagli adulti, quelli con disabilità, le vittime di traumi, le donne in gravidanza e quelle che hanno partorito da poco. Ma non basta. Unicef chiede che siano messi in atto procedimenti per determinare il superiore interesse per ciascun minorenne e che siano soddisfatti i bisogni basilari di tutti i bambini: un alloggio adeguato, assistenza medica e protezione da sfruttamento o tratta, in linea con quanto prevedono il diritto internazionale e le norme europee.

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Ultimo aggiornamento: 22/11/2018 - 16:35