È stata approvata in prima lettura alla Camera la proposta di legge sul “Dopo di noi” ovvero il testo con cui introdurre l’assistenza in favore delle persone con disabilità grave nel periodo successivo alla scomparsa dei genitori o dei parenti che li hanno in carico. Lo scorso 4 febbraio l'Aula di Montecitorio ha votato (con 374 sì e 75 no) il testo unificato delle proposte di legge: Assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare. Il testo passa ora all’esame del Senato, la discussione a Palazzo Madama è prevista entro Pasqua e, una volta approvato, a quel punto entrerà in vigore. Come recita l’articolo 1, il provvedimento è centrato sulle persone con disabilità e finalizzato a favorire il loro benessere, l'inclusione sociale e l'autonomia. Su questo tema l'Italia resta nelle ultime posizioni se la si confronta con altri Paesi europei e la proposta di legge cerca di sopperire a queste lacune con l’istituzione di un Fondo per l'assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare al quale è possibile accedere con alcuni requisiti. Questi criteri saranno poi individuati da un decreto del ministero del Lavoro che sarà emanato 6 mesi dopo l’entrata in vigore della legge. Le Regioni dovranno definire i criteri per l’erogazione dei finanziamenti, la verifica dell’attuazione delle attività svolte e le ipotesi di revoca dei finanziamenti.La legge vuole quindi andare incontro al desiderio dei genitori di assicurare al proprio figlio tutte le cure e l'assistenza di cui necessita dopo la loro morte e di veder garantiti quei progetti di vita costruiti negli anni, finora realizzati solo grazie agli sforzi delle famiglie.In particolare, il provvedimento vuole rispettare uno degli impegni contenuti nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, specialmente quando si riferisce al diritto di scegliere liberamente, sulla base del principio di uguaglianza, dove e con chi vivere, senza essere obbligati a vivere in una particolare sistemazione, come ancora oggi avviene con il ricorso alle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali).

 

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Ultimo aggiornamento: 22/11/2018 - 16:41