E' stata presentata ieri la ricerca “Il minore al centro dei procedimenti giudiziari di separazione e divorzio: il contributo delle scienze psicosociali” realizzata dall'Istituto degli Innocenti per conto della Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Toscana sul ruolo dei professionisti del sociale nei procedimenti giudiziari che coinvolgono minori.

Il lavoro è stato illustrato dalle curatrici Raffaella Pregliasco, Elisa Vagnoli e Antonella Crescente nel corso di un convegno organizzato dalla Garante in collaborazione con l'Ordine degli Psicologi e l'Ordine degli Assistenti Sociali della Toscana.

Scopo dell'indagine era fornire una riflessione “sul campo” rispetto al ruolo dei consulenti tecnici d'ufficio, esperti ausiliari di cui il Giudice incaricato del procedimento di separazione o divorzio può avvalersi per acquisire elementi utili e informazioni necessarie per la sua valutazione finale. Ciò avviene in particolar modo quando i genitori non riescono ad accordarsi sull'affidamento dei figli o quando si sia di fronte ad un'alta conflittualità.

L'istituto della CTU (Consulenza Tecnica d'Ufficio) assume così un ruolo preponderante perché valuta la competenza genitoriale e la capacità relazionale di entrambi i genitori con i figli.

La ricerca ha preso in esame 26 fascicoli messi a disposizione dai Tribunali per i Minorenni di Firenze, Grosseto e Pistoia che riguardano procedimenti giudiziari in cui sono coinvolti minori, nello specifico dai 3 ai 14 anni. In 22 casi è la madre a ricorrere in Tribunale , in 14 dei quali per richiedere l'affidamento esclusivo die figli. Solo in 4 casi il ricorrente è il padre. L'indagine, pur non avendo rilevanza statistica dato il basso numero di casi analizzati, fa emergere alcune importanti questioni. In primo luogo l'importanza della formazione scientifica e specialistica dell'esperto e la sua metodologia di lavoro.

Dall'indagine emerge infatti che il Giudice, nella quasi totalità dei casi, accoglie pienamente nei suoi provvedimenti le conclusioni del tecnico. Il parere scientifico indirizza quindi, di fatto, la decisione relativa al futuro del minore e della famiglia. Un secondo aspetto messo in evidenza riguarda la conciliazione dei tempi giuridici con le esigenze emotive delle parti, soprattutto dei minori; come emerge dai casi studiati la funzione del CTU spesso è utile alla coppia e al minore per acquisire consapevolezza della loro nuova condizione e ritrovare un equilibrio.

Inoltre altra tematica da approfondire riguarda le modalità di frequentazione del minore con i genitori. Non di rado infatti, anche in casi di separazione consensuale in cui gli stessi coniugi si accordano sulle modalità dell'affidamento queste modalità non tengono conto dell'effettivo interesse del minore, rendendo necessario un intervento di valutazione esterno.

La ragione fondamentale che giustifica questa indagine – come ha ricordato la garante Grazia Sestini in apertura del convegno - va individuata nel peso sempre crescente che le consulenze d’ufficio o di parte assumono rispetto ai provvedimenti decisori dei giudici minorili”.

Considerata l’importanza del lavoro svolto dai professionisti del settore – continua Sestini - auspico che le valutazioni espresse siano supportate da elementi di analisi di carattere scientifico, da elementi condivisi dalle istituzioni competenti a riconoscere e classificare le varie patologie riscontrabili negli attori della controversia, ovvero corrispondano a canoni oggettivi, privi cioè di elementi che trovino riscontro solo nelle convinzioni personali e soggettive del tecnico chiamato a concorrere alla decisione del giudice”. (fr. cop)

Ultimo aggiornamento: 22/11/2018 - 16:34