Educazione, equità ed empowerment. Sono questi i tre assi strategici su cui si impernia il V Piano per l’Infanzia e l’Adolescenza, approvato dall’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza. Il Piano (il nome esteso è Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva) è uno “strumento voluto per dare al Paese i mezzi per riconoscere i bisogni delle bambine e dei bambini e darvi risposte adeguate”, come ha spiegato la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti.

Per la prima volta l’Osservatorio ha promosso una consultazione online sui temi del Piano, a cui hanno partecipato ragazzi e ragazze fra i 12 e 17 anni grazie al supporto tecnico-scientifico dell’Istituto degli Innocenti nel quadro delle funzioni del Centro Nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza. L’indagine ha raccolto circa 2000 questionari.

La Ministra Bonetti ha parlato di questo nuovo approccio scelto che: “coinvolge i ragazzi, si integra con gli obiettivi del millennio, la strategia e la Child guarantee europee, individua azioni concrete e integrate, ma soprattutto è un piano che si basa sulla scelta di rimettere al centro l’educazione e la conseguente responsabilità educativa che tutto il Paese deve assumere”.

Il Piano è frutto di un’intensa attività di coprogettazione che ha coinvolto tutti i soggetti e gli enti partecipanti all’Osservatorio nazionale ma anche enti del terzo settore, enti pubblici e territori, esperti e ricercatori universitari.

Ne è nata una sintesi della condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia che analizza gli interventi esistenti e le azioni che necessitano di nuovi interventi migliorativi, anche tramite l’analisi di dati statistici, ed integra i propri contenuti con i diritti e le strategie internazionali ed europee rivolti a bambini/e ed adolescenti presenti nella Convenzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo del 1989, negli obiettivi ONU di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, nella Strategia dell’Unione Europea sui diritti dei minori 2021-2024 ed infine negli obiettivi del Sistema europeo di garanzia per i bambini vulnerabili (European Child Guarantee).

Il Dipartimento delle Politiche per la Famiglia spiega che per ognuna delle tre aree d’intervento (Educazione, Equità, Empowerment) sono stati individuati 4 obiettivi generali e alcune azioni specifiche, per un totale di 12 obiettivi generali e 31 azioni. Nell’area dedicata alle politiche per l’Educazione si trovano azioni come: il rafforzamento dell’accessibilità ai servizi educativi per i bambini da 0 a 6 anni, un protocollo operativo per la fruizione degli spazi scolastici in orario extrascolastico, la valorizzazione degli strumenti contro il cyberbullismo, il rafforzamento dei consultori familiari e un servizio di psicologia scolastica. Le politiche per l’Equità dovranno prevedere anche la revisione degli strumenti per il contrasto alla povertà materiale delle famiglie con bambini e ragazzi, l’estensione del servizio di refezione scolastica, azioni per l’incentivazione del processo di digitalizzazione in particolare per estendere banda ultralarga, didattica a distanza, voucher. Le politiche per l’Empowerment prevedono azioni sul tema della partecipazione dei ragazzi  per coinvolgere, sviluppare e tutelare giovani cittadini consapevoli, ma anche azioni per promuovere la salute materno infantile e migliorare la reattività dei sistemi sanitari alle condizioni di vulnerabilità.

Un Piano al quale il Dipartimento delle Politiche per la Famiglia giunge attraverso un percorso partecipato che parte ascoltando il parere dei veri protagonisti delle azioni che verranno messe in atto: bambine, bambini e adolescenti. Grazie ad un’indagine, svolta a livello tecnico dall’Istituto degli Innocenti, l’Osservatorio nazionale ha promosso una consultazione online sui temi del Piano, a cui hanno partecipato ragazzi e ragazze fra i 12 e 17 anni. Il questionario è stato compilato da 1.673 studenti appartenenti a 19 scuole di 11 regioni, con una maggiore concentrazione nelle regioni del Sud e Isole (46%) rispetto a quelle del Nord (29%) e del Centro (25%). Hanno aderito alla ricerca 19 scuole secondarie di primo e di secondo grado e quattro centri di formazione professionale con le loro sedi territoriali. Dai 2 mila questionari raccolti e dai 9 focus group organizzati con gruppi vulnerabili, è emerso che i ragazzi e le ragazze condividono le priorità e i temi individuati dall’Osservatorio nazionale nel 5° Piano e che hanno apprezzato che il mondo istituzionale degli adulti, rappresentato dal Dipartimento per le politiche della famiglia, l’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza e il Centro nazionale di documentazione, si sia rivolto loro chiedendo un’opinione articolata su politiche destinate a rispondere ai loro bisogni. Essi si sono sentiti riconosciuti come cittadini e cittadine in grado di esprimere idee e opinioni sulla loro esperienza di vita e anche su ciò che accade nelle loro comunità. Hanno tuttavia espresso preoccupazioni sul futuro e parlato delle difficoltà familiari legate alla situazione che abbiamo vissuto, che essi non possono ignorare, perché destinate a diventare un’ipoteca sulle loro possibilità di scelta.

Nell’indagine è stata, infatti, chiesta a ragazze e ragazzi anche la loro opinione su come abbiano vissuto questo anno di pandemia, tra lockdown, mancanza di socializzazione e didattica a distanza nella sezione ‘Io e la mia vita al tempo del Covid’ e su come siano stati garantiti e promossi i loro diritti nella sezione del questionario ‘Diritti e partecipazione’.

Per approfondire e consultare il rapporto sulla consultazione dei ragazzi: http://famiglia.governo.it/media/2349/rapporto-partecipazione-onia.pdf

Ultimo aggiornamento: 09/12/2021 - 16:32