Figli d'Italia

A Firenze, al Museo degli Innocenti, è aperta dal 3 dicembre la mostra Figli d'Italia, Gli Innocenti e la nascita di un progetto nazionale per l'infanzia (1861-1911) che illustra la storia dell'accoglienza ai bambini abbandonati a Firenze, Milano, Venezia, Napoli e Bologna, nel primo cinquantennio dello stato nazionale. Si offre così uno sguardo inedito su un periodo che vede il tema dell'infanzia e della sua cura entrare di diritto a far parte delle nascenti politiche unitarie.

Questa mostra trova spazio negli stessi luoghi dove l’Istituto degli Innocenti, da sei secoli, ininterrottamente, accoglie e tutela i fanciulli in difficoltà. Qui oggi cresce e si consolida il nuovo Museo degli Innocenti e si sviluppa l’impegno dell’ente in nuovi campi educativi e di studio – dichiara Alessandra Maggi, presidente dell’Istituto degli Innocenti - Con Figli d’Italia crediamo di poter dare un contribuire originale allo sforzo di tenere vive la memoria e l’identità collettiva del Paese. Ripercorrere ora la nascita delle politiche per l’infanzia e dare atto delle esperienze del passato nell’ambito dell’assistenza significa ritrovare le radici dell’impegno attuale del Paese verso le nuove generazioni”.

La mostra racconta le vicende degli assistiti, orfani o abbandonati che fossero e che venivano introdotti nella “ruota”, a Napoli, nella “scafetta” a Venezia o messi nel “presepe” a Firenze. Attraverso le biografie di 15 fanciulli vissuti agli Innocenti e in altri brefotrofi italiani, tra il 1861 e il 1911 e, grazie a fotografie d'epoca, video, oggetti e documenti di archivio la mostra illustra la vita quotidiana dei bambini e delle bambine all'interno delle istituzioni. Il percorso espositivo, ambientato nell’antico Ospedale, nei luoghi dove arrivavano e vivevano i piccoli esposti, prende avvio dagli ultimi anni di utilizzo della finestra ferrata la cui chiusura, avvenuta a Firenze nel 1875, segnò la fine dell'abbandono anonimo introducendo nuove modalità di accoglienza.

La narrazione segue l'evoluzione degli spazi e delle funzioni dell'Ospedale e degli altri enti assistenziali, intrecciando gli eventi storici con le toccanti biografie dei fanciulli le cui vicende ci parlano non solo di abbandono ma anche di viaggi, ricongiungimento alla famiglia e creazione di nuovi legami affettivi. Un ricco corredo didascalico accompagna i documenti d’archivio e le 40 foto esposte (guarda la galleria), provenienti da: Archivio storico Istituto degli Innocenti, Archivio storico I.R.E., Archivio storico Museo Martinitt e Stelline, Collezioni Alinari. Documento di eccezione è la video intervista sull’esperienza di Rina, donna oggi centenaria, che venne accolta agli Innocenti agli inizi del ‘900 e poi adottata da una famiglia toscana.

Nella prima sala il racconto prende avvio con l'installazione Aleph, dell'artista fiorentino Patrizio Travagli, in collaborazione con Eutropia Archittettura che ha curato l'intero allestimento della mostra. Travagli interpreta il tema del ricongiungimento tra genitori e figli esponendo i segni di riconoscimento in un gioco di luce e riflessi che li moltiplica nello spazio e li perpetua nel tempo.

Figli d'Italia è curata da Stefano Filipponi, Eleonora Mazzocchi e Lucia Sandri che hanno curato anche il catalogo, edito da Alinari 24ORE.

Promossa da Regione Toscana nell’ambito del 150° anniversario dell’Unità d’Italia con il contributo di Fondazione Monte dei Paschi di Siena, l’esposizione è realizzata dall'Istituto degli Innocenti con: Azienda di Servizi alla Persona Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e PioAlbergo Trivulzio di Milano, I.R.E. Istituzioni di ricovero e di educazione di Venezia, Istituto Clemente Primodì ora Azienda Pubblica di Servizi alla Persona I.R.I.D.e S.di Bologna, Istituto provinciale per l'infanzia Santa Maria della Pietà di Venezia, istituzioni che, come gli Innocenti a Firenze, sono ancora in attività e hanno saputo adeguare la propria funzione alle esigenze sociali, forti dell’identità storica.

L’esposizione rappresenta inoltre la prima tappa del progetto “Crescere è un’avventura” realizzato dall’Istituto degli Innocenti con il sostegno di Fondazione Telecom Italia nell’ambito del bando I “Beni culturali invisibili: una risorsa italiana da valorizzare”. A partire dalla mostra il progetto realizzerrà per due anni laboratori di educazione al web2.0 per bambini e adolescenti, in Toscana e altre regioni.

Alinari 24ORE ha collaborato alla valorizzazione del patrimonio fotografico attraverso la scansione di circa cento immagini dell’Archivio degli Innocenti di inizio '900 , ha realizzato il catalogo e un'applicazione per sistema operativo Android grazie alla quale il pubblico potrà fruire la mostra attraverso smart phone Samsung messi a disposizione per la visita. La mostra offre laboratori ludico creativi per bambini e famiglie grazie alla consolidata collaborazione con Giotto - FILA.

Con prodotti a marchio Giotto e materiali di recupero i bambini costruiranno la propria sagoma, simbolo della loro partecipazione, che resterà visibile nel percorso della mostra. I laboratori sono frutto della collaborazione fra Bottega dei Ragazzi e ReMida Borgo San Lorenzo, centro di riuso creativo. Con Figli d'Italia si delinea l'evoluzione della cura e dell'educazione che riflette e talvolta anticipa le innovazioni scientifiche e pedagogiche del tempo. Emergono gli aspetti demografici e le condizioni di vita dei fanciulli, la formazione ai mestieri, l'assistenza alle donne in gravidanza. L'avventura della crescita e le vicissitudini di madri e bambini si intrecciano con le trasformazioni degli enti di accoglienza, allora al centro di una riforma profonda che porterà a nuove politiche nazionali per l'infanzia.

Le vicende degli assistiti, orfani o abbandonati si diversificavano dopo il periodo dell’allattamento. A Napoli i maschi, non restituiti ai legittimi genitori e non adottati, erano inviati ad altri reclusori dove avrebbero trascorso l’infanzia a imparare un mestiere. Se a Venezia si prediligeva l’impiego dei trovatelli nell’artigianato e nei primi opifici, agli Innocenti di Firenze maschi e femmine erano una risorsa del mondo agricolo e si inserivano soprattutto nelle famiglie a contatto con l’ente assistenziale: balie, tenutari, benefattori. Nei casi più fortunati le bambine, in numero sempre maggiore tra gli esposti, erano prese a servizio dalle famiglie benestanti.

Per gli orfani dei Martinitt e delle Stelline di Milano e dell’istituto Primodì di Bologna la cura e l’educazione si differenziano rispetto a quanto è riservato agli abbandonati. I ragazzi, accolti attorno ai sette anni vengono istruiti, avviati al lavoro e tutelati in modo più organico rispetto ai loro coetanei del brefotrofio, privi tra l’altro del sostegno di un’identità familiare. Divenne chiaro però allora che l’opera caritativa non si esauriva con l’accettazione e l’allevamento dei minori. Bisognava battersi perché la loro dignità e i loro diritti fossero rispettati. È in questo periodo, scandito dal progresso nella cura dell’infanzia che si ha finalmente la consapevolezza che orfani ed esposti erano, oltre che alunni e assistiti, prima di tutto figli, “figli d’Italia”. (francesca coppini)

Figli d'Italia Gli Innocenti e la nascita di un progetto nazionale per l'infanzia (1861-1911)

Museo degli Innocenti, 3 dicembre 2011-18 marzo 2012 (prorogata fino al 3 giugno)

Ingresso con biglietto museo: euro 5, ridotto euro 4, Lunedi – domenica ore 10 - 19 Informazioni e prenotazioni: museo@istitutodeglinnocenti.it, +39 055 2037308

Ultimo aggiornamento: 17/05/2012 - 11:56