Convegno Agia su giustizia riparativa a Roma

La giustizia riparativa ‘funziona’, è uno strumento capace di promuovere circuiti virtuosi di ricostruzione della coesione sociale e processi di pacificazione, con effetti positivi in termini di prevenzione e generazione di un nuovo senso di sicurezza e fiducia. Tuttavia sapere cos’è la giustizia riparativa, sapere che esistono centri che se ne occupano, che si tratta di un servizio per tutti è il punto di partenza necessario, su cui lavorare, perché il cittadino o l’istituzione possano più facilmente accedere e beneficiare del servizio. Sono queste, in sintesi, le conclusioni a cui è arrivata la ricerca qualitativa sulla giustizia riparativa in ambito penale minorile, promossa dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, in collaborazione con il Ministero della Giustizia e con l’assistenza tecnica dell’Istituto degli Innocenti, quale ente di ricerca. I risultati dell’intenso lavoro, durato circa due anni, sono stati presentati a Roma da Carla Garlatti, Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, e alla presenza di Antonio Sangermano, Capo dipartimento per la giustizia minorile e di comunità e Maria Grazia Giuffrida, presidente dell’Istituto degli Innocenti.

Indagine nazionale su effetti, programmi e servizi

Con la locuzione ‘giustizia riparativa’, spiega la ricerca, si intende ogni percorso “che consente alle persone che subiscono pregiudizio a seguito di un reato e a quelle responsabili di tale pregiudizio, se vi acconsentono liberamente, di partecipare attivamente alla risoluzione delle questioni derivanti dal reato, attraverso l’aiuto di un soggetto terzo formato e imparziale”. Questo può avvenire con strumenti come la victim-offender mediation (mediazione penale), la restorative conference, nelle sue varie tipologie (community conference, family group conference), il circle e qualsiasi altro strumento che contempli l’incontro e il dialogo tra la vittima e l’autore dell’illecito, insieme eventualmente ad altre persone direttamente o indirettamente toccate dal reato. Obiettivo della ricerca era proporre un’indagine sugli effetti della giustizia riparativa in ambito penale minorile, per la vittima, l’autore di reato e per la comunità nel suo complesso; e rilevare i programmi di giustizia riparativa in uso in Italia. Sono state effettuate interviste e focus group con ragazzi, genitori e operatori, in presenza e on-line, in alcune aree del territorio nazionale (Torino, Milano, Trento, Ancona, Salerno, Catanzaro e Palermo) per indagare gli effetti e l’impatto che la partecipazione a percorsi di restorative justice hanno avuto sulle persone che ne sono state protagoniste. Sono stati poi svolti tre focus group on-line a dimensione nazionale con il coinvolgimento dei centri, servizi, enti di terzo settore che erogano programmi di giustizia riparativa in ambito penale minorile.

Principali risultati della ricerca sulla giustizia riparativa in ambito penale minorile

La ricerca sottolinea, in primis, il fatto che la giustizia riparativa può avere importanti effetti positivi per le persone che vi sono coinvolte. Analizzando più nel dettaglio la materia, emergono alcuni fattori facilitanti e altri di ostacolo che mostrano di incidere sugli effetti della giustizia riparativa. Tra i punti chiave emersi dall’indagine c’è la necessità di coinvolgere subito le vittime e di assicurare, per tutti gli attori in campo, una partecipazione attiva, libera, volontaria e informata. La ricerca mostra anche un rilevante effetto moltiplicatore dell’efficacia della giustizia riparativa quando c’è stato un coinvolgimento attivo delle famiglie e l’ulteriore ampliamento dei programmi all’intera comunità. La ricerca mette anche in evidenza il fatto che la giustizia riparativa costituisce un servizio d’intersezione tra la giustizia penale e le politiche sociali. Per offrire, quindi, in modo diffuso e adeguato servizi di giustizia riparativa è imprescindibile un coordinamento e un’interlocuzione stabile e continuativa tra i diversi attori di questi comparti. L’interlocuzione deve avere come punto di partenza la condivisione dei linguaggi e dei significati. Dal punto di vista operativo, quindi, la ricerca suggerisce di prevedere una formazione diffusa per tutte le professionalità coinvolte, di favorire la presenza sul territorio di servizi di giustizia riparativa diffusi e di qualità e di strutturare reti stabili con tutti gli attori coinvolti.

Dalla ricerca emerge, in conclusione, la necessità la diffondere maggiormente la cultura della giustizia riparativa e per centrare questo obiettivo occorre:

  • assicurare la condivisione tra tutti gli attori professionali coinvolti nella giustizia minorile circa il significato e il funzionamento della giustizia riparativa;
  • diffondere la cultura della giustizia riparativa anche presso le istituzioni e gli enti di terzo settore che ruotano intorno alla vita delle persone minorenni;
  • curare che sia diffusa la cultura della giustizia riparativa in contesti di vita strutturalmente connotati da una particolare coercizione, come gli istituti di pena e le comunità educative;
  • ricorrere al dialogo interdisciplinare e alla testimonianza diretta tra pari nella formazione alla giustizia riparativa presso istituzioni e ordini professionali;
  • prevedere anche a livello universitario corsi e approfondimenti sulla giustizia riparativa in tutti i settori che formano professionisti a contatto con la giustizia minorile e in generale con il disagio sociale;
  • diffondere la mediazione scolastica quale strumento di risoluzione di conflitti perché rappresenta un formidabile mezzo di sensibilizzazione e diffusione precoce della cultura della giustizia riparativa;
  • prevedere e costruire occasioni di sensibilizzazione della cittadinanza, attraverso iniziative mirate e diffuse di informazione e divulgazione.

Ultimo aggiornamento: 27/10/2023 - 11:38