Riparte la campagna di Save The Children per combattere la carenza educativa e formativa nel nostro Paese. La settimana dal 9 al 15 maggio vedrà oltre 400 eventi gratuiti in tutta Italia per sostenere i Punti Luce, spazi dove bambini e adolescenti possono seguire gratuitamente attività educative, ricreative e culturali. Più di 250 gli enti e le associazioni che supportano la campagna.

In occasione del lancio di Illuminamo il futuro, il 9 maggio a Roma, è stato presentato il rapporto "Liberare i bambini dalla povertà educativa: a che punto siamo?", un'indagine su base regionale che compone la mappa della povertà educativa in Italia utilizzando l'indice di povertà educativa (IPE) Ne emerge un quadro che divide il Paese in due, in cui Sicilia e Campania detengono il primato delle regioni in cui l'offerta di servizi è più scarsa e inadeguata e minori le opportunità educative e formative per bambini e ragazzi. Fanno da contraltare Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, le aree più ricche di offerta formativa ed extracurricolare per minori. Un'Italia comunque lontana dai target europei, in cui le opportunità educative per i ragazzi sono esigue sia a scuola che fuori.

La povertà educativa indica l’impossibilità per i minori di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni. E' una condizione che riguarda, secondo la ONG, il 20% dei quindicenni italiani che non raggiungerebbe la soglia minima di competenza in lettura, il 25% se si parla di matematica. Che limita l’accesso al tempo pieno solo ai bambini che frequentano circa il 30% delle classi della scuola primaria. Che priva moltissimi bambini dell’opportunità di giocare in uno spazio pulito e li costringe in aree urbane degradate e cementificate. Il tasso di dispersione scolastica si attesta intorno al 15% e, sebbene sia in calo negli ultimi anni, è ancora lontano dal 10% fissato come obiettivo dall'Europa nella strategia 2020. È una povertà che produce eserciti di disconnessi culturali, ovvero bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni che non vanno mai al cinema, non aprono un libro né un computer, e non fanno sport.

L’analisi di Save the Children conferma la stretta correlazione tra povertà materiale e povertà educativa: è proprio nelle regioni ai primi posti della classifica sulla povertà educativa che si registrano i tassi di povertà più elevati d’Italia. Sono infatti circa 1.045.000 i bambini che nel nostro paese vivono in condizioni di povertà assoluta, e poco meno di 2 milioni quelli in povertà relativa, entrambi concentrati principalmente nel sud Italia (Calabria e Sicilia in primis).

Dal rapporto emerge, inoltre, una connessione molto forte anche tra povertà educativa e i cosiddetti NEET (Not in Education, Employment or Training), ovvero quei ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non frequentano percorsi di istruzione e formazione. Come in un circolo vizioso, infatti, i bambini e gli adolescenti che nascono in zone dove maggiore è l’incidenza della povertà economica e che offrono poche opportunità di apprendimento a scuola e sul territorio, una volta diventati giovani adulti rischiano di essere esclusi, perpetuando questa condizione per le generazioni successive.

Ultimo aggiornamento: 22/11/2018 - 16:35