In Italia oltre un ragazzo su due, nel corso del 2014, è stato vittima di bullismo. Da un report diffuso dall'Istat, con riferimento a interviste svolte nel 2014, emerge infatti che il 52,7 per cento dei ragazzi è stato preso di mira dai bulli negli ultimi 12 mesi.

Quasi il 20 per cento dei ragazzi tra gli undici e i diciassette anni ammette di aver subito prepotenze in maniera assidua, cioè una o più volte al mese. Circa uno su dieci (9,1%), invece, ha subito atti di bullismo con cadenza settimanale.

Da questo quadro emerge che le vittime sono per lo più ragazze giovanissime (11-13 anni) e residenti al nord. E le femmine sono più spesso anche bersaglio di cyberbullismo, ovvero il bullismo compiuto attraverso il web e le nuove tecnologie. Il 7,1% delle 11-17enni, infatti, che si collegano ad Internet o dispongono di un telefono cellulare sono state oggetto di vessazioni continue tramite Internet o telefono cellulare, contro il 4,6% dei ragazzi.

Un altro dato chiaro è che le vittime assidue di soprusi raggiungono il 23% tra gli adolescenti che risiedono nel Nord Italia: sono oltre il 57 per cento i ragazzi oggetto di prepotenze residenti nelle regioni settentrionali contro una quota inferiore al 50% nel centro e al sud. In generale, il rischio bullismo diminuisce con l'aumento dell'età: il 22,5% degli 11-13enni è vittima di vessazioni continue, rispetto al 17,9% dei 14-17enni. Ad incidere è anche la zona di residenza: in aree molto disagiate si registra la quota più elevata di vittime (23,3%) di prepotenze assidue.

Le prepotenze più comuni consistono in offese con brutti soprannomi, parolacce o insulti (12,1%), derisione per l'aspetto fisico e/o il modo di parlare (6,3%), diffamazione (5,1%), esclusione per le proprie opinioni (4,7%). Aggressioni con spintoni, botte, calci e pugni sono denunciate dal 3,8% dei ragazzi. Il 16,9% degli 11-17enni è rimasto vittima di atti di bullismo diretto, caratterizzato da una relazione vis a vis tra la vittima e bullo e il 10,8% di azioni indirette, prive di contatti fisici. Tra le ragazze è minima la differenza tra prepotenze "dirette" e "indirette" (rispettivamente 16,7% e 14%). Al contrario, tra i maschi le forme dirette (17%) sono più del doppio di quelle indirette (7,7%).

Sul fenomeno incide anche il tipo di studi: tra gli studenti delle superiori, i liceali sono in testa (19,4%); seguono gli studenti degli istituti professionali (18,1%) e quelli degli istituti tecnici (16%).
63,3%

Infine, il 26,7% dei ragazzi dichiara di avervi assistito una o più volte al mese. Di fronte a queste vessazioni - conclude l'Istat - il 65% degli intervistati pensa sia opportuno chiedere aiuto ai genitori.

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Ultimo aggiornamento: 22/11/2018 - 16:41