I bambini stanno pagando il prezzo più alto della spirale di violenza a Gaza e in Israele. Sono almeno 192, secondo Unicef, i piccoli ad aver perso la vita nei giorni scorsi, centinaia di altri sono rimasti feriti, migliaia sono stati allontanati dalle loro case o hanno perso la propria famiglia.

Nessun bambino dovrebbe soffrire l'impatto terrificante di una simile violenza. L'Istituto degli Innocenti si unisce alle numerose ong italiane e internazionali che da giorni chiedono l'immediato cessate il fuoco.

La tregua nella Striscia di Gaza sembra purtroppo già un ricordo lontanissimo. Il ritorno ai combattimenti è segnato dall'ennesima strage: otto i bimbi uccisi in un parco giochi di Shati da un razzo, due giorni fa.

“I bambini sono come sempre le vittime più indifese nei conflitti, senza alcuna colpa e senza alcuna tutela" afferma Alessandra Maggi, presidente dell'Istituto degli Innocenti. “Preservare i minori significa salvaguardare le uniche speranze di futuro per tutti quei paesi che vivono l'orrore della guerra. E' dovere di tutti non dimenticare, non assuefarci alla violenza brutale delle immagini che vediamo ormai ogni giorno, tenere sempre in mente che dietro a quel racconto straziante non c'è fiction ma dolore reale di padri, madri, famiglie. E mentre ci affanniamo a creare un futuro per noi e i nostri figli, riserviamo un pensiero e se possibile un aiuto concreto a chi quel futuro non riesce neppure a immaginarlo”.

Le ostilità in corso producono danni inimmaginabili all'infanzia, denunciano le ONG che hanno sul campo i propri operatori, sia sul piano fisico che psicologico, e hanno conseguenze allarmanti per le future possibilità di pace, stabilità e dialogo. È quanto mai probabile che i bambini che oggi sono testimoni di simili violenze e si abituano a considerarle "normali", saranno inclini a riprodurle quando diventeranno adulti.

Il pensiero va inevitabilmente alle tantissime altre situazioni di guerra nel mondo, dalla Siria all'Ucraina, fino ai conflitti quasi dimenticati come quello in Sudan o nella Repubblica Centroafricana, dove la guerra civile continua a produrre vittime. Ad oggi si contano 51,2 milioni di profughi nel mondo, metà di loro sono minori. Mai come adesso un numero così alto di persone è costretto a vivere in teatri di guerra o lontano dal proprio paese, senza alcuna rete sociale se non quella precaria degli aiuti umanitari. (fr. cop.)

Crediti foto: Gigi Ibrahim

Ultimo aggiornamento: 22/11/2018 - 16:34