All’indomani della diffusione, da parte della Garante per l’infanzia e l’adolescenza, della “Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori”, il Centro Regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza fotografa la situazione toscana dell’utilizzo di uno strumento fortemente sostenuto dalla Garante, quello della mediazione familiare, uno strumento formativo che vuole facilitare la comunicazione tra i coniugi che si stanno separando o divorziando ma che devono essere coscienti del fatto che continueranno a essere dei genitori.

Su questo strumento l’Istituto degli Innocenti ha avviato una riflessione a partire dai primi anni 2000 (confluita in due pubblicazioni del Centro Regionale: “La mediazione familiare in Toscana” e  “Confronti sulla mediazione familiare”).

“Sono passati 20 anni da quel primo momento di approfondimento ed è tempo di bilancio ma anche di rilancio, perché non è certo venuta meno la necessità di riportare l’attenzione su percorsi di sostegno alla genitorialità – spiegano i ricercatori dell’Istituto degli Innocenti - nei quali la mediazione familiare rientra a pieno titolo, in una prospettiva di prevenzione rispetto a ripercussioni negative sui figli, ma anche di rafforzamento delle potenzialità di tutti gli attori in gioco, bambini e ragazzi compresi. In scia con una rinnovata attenzione anche regionale al lavoro promozionale e preventivo con le famiglie”.

Secondo gli ultimi dati del Centro regionale (al 31/12/17) sono stati 311 le famiglie con bambini e 453 i minori coinvolti negli interventi di mediazione familiare nel 2017 presi in carico dai servizi sociali territoriali. Sono numeri in calo a partire dal 2013 quando le famiglie coinvolte erano state 522 e i bambini 917. La decrescita, spiegano i ricercatori dell’Istituto, probabilmente anche conseguenza della legge sull'affido condiviso.

Preoccupa soprattutto il fatto che nove ambiti territoriali toscani (dall’area pratese alla Lunigiana, dalla Valle del Serchio all’Amiata Grossetana) risultano privi di servizi di mediazione familiare che interagiscano con i servizi sociali.

Ad essere più attivi sono le zone delle Colline Metallifere che nel 2017 hanno coinvolto 107 famiglie, la zona Pisana (26) e l’Aretina (25 famiglie coinvolte), la zona di Firenze è quarta per numero di utenti del servizio (23 famiglie).

I ricercatori dell’Istituto degli Innocenti individuano come punti che meritano una maggiore attenzione soprattutto: la formazione del professionista della mediazione, la costruzione di un sistema integrato di servizi pubblico/privato, la necessità di verificare i risultati soprattutto dal punto di vista qualitativo, la promozione di un ulteriore rapporto di collaborazione tra il mondo della mediazione e quello degli avvocati, la prospettiva pedagogica.

Ma ciò che sta particolarmente a cuore all’Istituto degli Innocenti è la necessità di mettere il bambino al centro di ogni intervento: “Sappiamo come la presenza più o meno diretta dei bambini nel contesto della mediazione costituisca uno dei maggiori elementi di distinzione fra le diverse “scuole”. È tuttavia evidente come i bambini siano in realtà il centro dell’intervento e come siano coloro che devono godere delle maggiori attenzioni in questi frangenti delicati”.

 

Ultimo aggiornamento: 07/11/2018 - 15:59