In Toscana il 15% della popolazione è sotto la soglia di povertà.

Il dato, che anticipa il rapporto Caritas 2014 che sarà presentanto a metà giugno, è stato reso noto sabato scorso all’Istituto degli Innocenti in occasione dell’incontro “Nuove povertà: il ruolo del volontariato tra impegno e criticità” promosso dalla delegazione Cesvot di Firenze.

Sul tavolo anche i numeri nazionali, analizzati da Enrico Moretti per l'Istituto degli Innocenti. “I dati elaborati dal nostro Istituto non lasciano dubbi, si può dire che nel triennio 2010-2012 l’indicatore di povertà è peggiorato sia in Italia – da 24,5% al 29,9% - che nell’Unione europea dal 23,6% al 24,7% - dichiara Alessandra Maggi, presidente dell’Istituto - Se l’Unione ha individuato il problema, le misure adottate nell’ambito della strategia Europa 2020 sembrano essere troppo deboli portando la situazione ad un continuo aggravarsi.

In particolare, tra i più colpiti le coppie con tre o più figli, soprattutto se i figli sono minorenni, e i genitori single”. Solo Croazia, Ungheria, Lituania, Grecia, Lettonia, Romania e Bulgaria mostrano una situazione complessiva peggiore di quella italiana.

Il potere d'acquisto delle famiglie italiane, inoltre, si è notevolmente ridotto durante la crisi ovvero del -9.7% dal 2007 al 2012, con un -1,3% nei primi mesi del 2013. Le famiglie risparmiano meno e, in alcuni casi, hanno utilizzato i risparmi accumulati in precedenza per sostenere il loro consumo. Molte famiglie, infine, sono ricorse al debito: la percentuale di famiglie che si trovano in debito negli anni 2002 e 2003, è stata inferiore all'1%, superiore al 2% a partire dal 2008 e del 7% nel 2012. La disuguaglianza di reddito è aumentata, è cresciuta cioè la distanza tra chi ha di più e chi ha di meno: nel 2010, il 10% più ricco della popolazione detiene il 45,9% della ricchezza totale, rispetto al 44,3% del 2008. Sono poi cresciute le differenze territoriali. Nel 2010 il reddito medio delle famiglie del Sud e del centro è pari al 73% e al 94% di quello del Nord, entrambi i valori sono inferiori a quelli registrati nel 2008, pari rispettivamente al 77% e il 97%.

Nel corso dell'incontro si è cercato di capire come il volontariato fiorentino possa intervenire, insieme ai soggetti del pubblico e del privato, per far fronte ai nuovi bisogni emergenti. “Abbiamo voluto porre all’attenzione dei cittadini le azioni concrete delle organizzazioni di volontariato che tendono a dare una prima risposta ai bisogni sempre crescenti portati anche dalla crisi" - Spiega Ivana Ceccherini, Presidente della delegazione Cesvot di Firenze - “Le associazioni si attivano non solo per aiutare a risolvere i problemi ma per creare un clima di condivisione nel quale camminare insieme e fare rete”.

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Ultimo aggiornamento: 22/11/2018 - 16:34