Di lui sapeva solo che era morto nella Grande Guerra e che era stato un trovatello, dato in balia nel Mugello quando era ancora in fasce. “Adesso mi manca solo una sua foto”, ha commentato commosso il signor Dario Zampaoli, dopo aver ricostruito la storia del nonno Francesco, grazie a una ricerca nel nutrito Archivio dell’Istituto degli Innocenti.

La ricerca dell’avo è stata possibile in quanto erano già passati oltre 100 anni dalla data di nascita del nonno del signor Zampaoli, nato nel 1886 e portato subito agli Innocenti dalla levatrice. Qui il piccolo Francesco fu accudito nei suoi primi giorni di vita e qui prese quel cognome insolito, in un periodo in cui le suore che si prendevano carico degli orfani stavano utilizzando l’ultima lettera dell’alfabeto per dotare i piccoli delle generalità.

Di lì a poco, però, Francesco fu dato a balia nel Mugello, e qualche anno più tardi, nel 1892, fu affidato alla famiglia Gentili. In quella famiglia Francesco Zampaoli diventò un ragazzo e poi un giovane uomo. Biondo, con gli occhi azzurri e dai modi raffinati. Non sta scritto sul grande libro dell’Istituto degli Innocenti, ma Dario Zampaoli lo sa dai racconti della nonna. “Ora mi piacerebbe rintracciare qualche discendente della famiglia che lo accolse, a Barberino del Mugello”, racconta.

A 29 anni Francesco partì per il fronte e non fece più ritorno. Morì nel novembre del 1915, in una zona di trincee e freddo pungente, sulla Marmolada, probabilmente colpito da un’arma da fuoco o da una bomba. Di quei mesi al fronte resta una fitta corrispondenza, ritrovata per caso nel corso di un trasloco: lettere di guerra e d’amore per la moglie che lo aspettava a casa con tre figli piccoli.

Qui, a gennaio del 1916, riprende il racconto contenuto nelle pagine dell’Archivio dell’Istituto degli Innocenti. La vedova, infatti, non sapendo a chi appellarsi si rivolse al parroco. E il prete scrisse agli Innocenti per avere sostegno economico per la donna e i tre bambini. Riconoscendo Francesco Zampaoli come “uno dei suoi figli”, l’Istituto degli Innocenti decise di inviare una sorta di sussidio alla giovane madre, in via del tutto straordinaria, in attesa che la donna ricevesse quello che le spettava dallo Stato.

Per ragioni economiche e lavorative, qualche anno più tardi la donna si trasferì a Latera con i tre figli. Uno di loro era il padre di Dario, che lì visse finché non si spostò a Sesto Fiorentino, attorno agli anni Trenta. Una nuova guerra incombeva. “Spero che i militari abbiano fotografato mio nonno – continua Zampaoli – e di poterne riconoscere la figura. Ho ricostruito la sua nascita e il luogo in cui è sepolto, vicino a Belluno. Continuerò a cercare”.

Ultimo aggiornamento: 24/01/2019 - 17:43