"Petals", l'applicazione che vuole sensibilizzare le giovani straniere sul fenomeno delle mutilazioni genitali, nasce all'università di Coventry in Inghilterra, decima città più popolosa della Gran Bretagna e seconda solo a Londra per le richieste di asilo. Nel paese sono più di 20 mila le ragazze esposte al rischio di essere sottoposte a interventi mutilatori, a causa di genitori o parenti rimasti legati a credenze culturali, come la necessità di soggiogare la sessualità femminile o “igeniche”, legate alla convinzione che gli organi sessuali femminili siano impuri. 

L'estate è il periodo maggiormente a rischio in quanto le famiglie fanno rientro nel paese di origine e con l'occasione celebrano il rito. Petals, tra le altre cose, consente alle giovani denunciare, tramite smartphone e tablet e in assoluto anonimato, il rischio di subire simili violazioni. Una delle sezioni dell'app è infatti dedicata all’elenco di numeri e indirizzi di enti, associazioni, stazioni di polizia ai quali potersi rivolgere in caso di necessità. Il primo ostacolo che incontra chi si trova in situazioni di difficoltà è quello di parlarne. Ed è per questo che, una volta avuto il “coraggio” di scaricare l’applicazione, trovarvi una “guida” per poter agire e ribellarsi al rischio che si profila può esser un punto importante per le ragazze, ma anche per persone loro vicine, che vogliano denunciare la situazione.

L'applicazione Petals cerca inoltre di agire a 360 gradi. Oltre al fornire informazioni dettagliate sui diversi tipi di mutilazione e i consigli per riconoscere ed evitare le situazioni a rischio, l’app sfrutta l’interattività che la tecnologia mette ormai a disposizione. Nascono così l’area dedicata alle testimonianze dirette sull’argomento (sotto forma di video) e il quiz per verificare il livello di conoscenza e consapevolezza del fenomeno. Tanti “petali” e un semplice download: un nuovo modo, strettamente in linea con il mondo contemporaneo, per affrontare il problema sempre presente del FMG (Female Genital Mutilation).

Nel mondo sarebbero tra 140 e 150 milioni, le bambine e le donne sottoposte a mutilazioni genitali femminili, secondo il rapporto Oms del 2014. La maggior parte di queste vive in 29 paesi di cui solo 2 non si trovano in Africa. La Nigeria, con una storica decisione del maggio 2015, è stata l'ultimo Paese africano a metterle al bando. In Italia la pratica dell'infibulazione è fuori legge dal 2006 ma si stima che circa 39mila bambine siano state sottoposte a mutilazioni con viaggi nei paesi di origine.

Ultimo aggiornamento: 22/11/2018 - 16:35