materiali del progetto Ecarom

La principessa o l'allevatrice di unicorni per le bambine. Il pompiere, il poliziotto o anche il muratore per i bambini. Basta domandare “Che lavoro vorresti fare da grande” agli alunni di una scuola dell'infanzia o primaria per avere la percezione nitida di quanto ancora siano radicati, diffusi e condizionanti gli stereotipi di genere. Anche fra i più piccoli. Per rendersene conto è sufficiente scorrere il report transnazionale del progetto EcaRom, un acronimo che sta per “Early Care and the Role of Men”, ossia cura ed educazione nella prima infanzia e ruolo degli uomini, presentato a Lubiana (Slovenia) il 7 aprile. Perché l'equità di genere passa anche e soprattutto dall'affermazione di una maschilità diversa, non egemonica ma accudente, coinvolta e partecipe anche delle funzioni e dei ruoli educativi e di cura. «EcaRom – si legge nel prime pagine del report – parte dal riconoscimento che il successo dell'impegno per l'equità di genere dipende anche dal coinvolgimento maschile».

Il progetto ECaRoM e il report transnazionale

Il report è il primo step di un progetto lungo due anni, iniziato lo scorso febbraio e che si concluderà alla fine del 2023, cofinanziato dall'Ue e che coinvolge sei diversi istituzioni di altrettanti paesi europei: nel gruppo di lavoro ci sono Austria, Bulgaria, Germania, Lituania, Slovenia e Italia, rappresentata dall'Istituto degli Innocenti.
Lo studio è una fotografia sullo stato dell'arte in materia nei sei Paesi coinvolti di cui è stata analizzata l'attenzione all'uguaglianza di genere nelle normative dedicate alla educazione nella prima infanzia e i principali studi e ricerche realizzate sul tema, ma è stata anche esplorata l'attenzione e la sensibilità all'argomento da parte di educatori, insegnanti, coordinatori didattici ed esperti attraverso interviste in profondità e focus group.

Un quadro luci e ombre

Dall'affresco tratteggiato emerge sicuramente qualche luce ma anche tante ombre e piste di lavoro per il progetto. È comunque vero che negli ultimi anni sono stati realizzati significativi progressi che hanno reso l'educazione della prima infanzia più sensibile alle tematiche di genere, tuttavia «mancano ancora materiali didattici per promuovere il concetto di maschilità accudenti, una formazione sistematica su questi per educatori e insegnanti, ricerche di livello nazionale sistematiche e banche dati» sottolinea il rapporto. Non solo, «si registra anche una presenza molto bassa di educatori uomini nei servizi della prima infanzia» perché l'insegnamento per i più piccoli rimane un ambito professionale che stereotipi radicati continuano a collocare nell'alveo del cosiddetto “femminile”.

Materiali didattici per un maschile accudente

Il cambiamento, però, è possibile a patto di lavorarci con approcci e strumenti educativi e pedagogici adeguati. Al riguardo a Lubiana è stata presentata anche una prima rassegna di materiali per lavorare con i bambini nei servizi per la prima infanzia e delle scuole primarie sui temi degli stereotipi di genere e della cura e delle maschilità accudenti: è il caso dei puzzle, ma anche delle carte, delle fiabe e dei video che rappresentano personaggi maschili e femminili che consolano un amico, innaffiano una pianta o mettono in ordine i giochi e che svolgono professioni di cura quali educatore e infermiere.

Il “viaggio” di EcaRom parte da Lubiana, da una lettura approfondita, informata e competente sullo stato dell'arte. I prossimi passaggi saranno i percorsi formativi rivolti ad educatrici e educatori della prima infanzia sugli stereotipi di genere e il legame fra maschilità e cura, ma anche la realizzazione di materiali, piattaforme on line (che saranno disponibili a breve sul sito web) e seminari nazionali. Tappa finale la conferenza europea in programma a Vilnius, in Lituania, dal 29 novembre al 1 dicembre 2022.

Ultimo aggiornamento: 20/04/2022 - 17:21