Smartphone in classe sì o no? Il dibattito si è fatto acceso da quando il Miur ha messo a punto il decalogo per le scuole. Ma i dieci punti del Ministero sono molto vicini a quello che l’Istituto degli Innocenti cerca di spiegare al mondo della scuola da tempo: le tecnologie ci sono e i ragazzi le usano (e molto), ma di per sé i nuovi strumenti non sono né buoni né cattivi, il vero centro della questione è educare i ragazzi all’uso consapevole dei nuovi strumenti. E’ necessario dare delle regole all’utilizzo in classe di tutte le tecnologie – non solo smartphone ma anche pc e lavagne multimediali - inserirle nei programmi scolastici, ma tutto a partire da una riflessione seria.

Perché sulla questione ci sono ancora poche certezze e molti dubbi a livello internazionale se in Francia hanno deciso di vietare l’uso dello smartphone a scuola e i big della Silicon Valley, da Gates a Jobs, hanno cresciuto i propri figli lontani dalla tecnologia. Inoltre la ricerca OCSE del 2015 Students, Computers and Learning: Making the Connection per la prima volta ha dimostrato che la sola introduzione delle tecnologie in classe, slegata dai contenuti e dal resto della programmazione scolastica, non migliora le prestazioni dei ragazzi, anzi tutt’altro.

L’Istituto degli Innocenti è impegnato ad approfondire la complessa questione e contribuisce alla riflessione con progetti come “Insieme con Trool” (in collaborazione con Fondazione Poste Insieme Onlus) che intende insegnare agli studenti a usare in modo responsabile, critico e creativo e con corsi di formazione come quelli del percorso Internet@Minori (realizzato con il Corecom Toscana e con l'Agcom), rivolti agli insegnanti, per parlare proprio delle opportunità educative rappresentate dal web e dalle nuove tecnologie.

“Lo smartphone di per sé è uno strumento che porta grande distrazione, con l’uso continuo di social network, messaggistica istantanea, videogiochi – commenta la presidente Maria Grazia Giuffrida – per poterlo usare in classe servono regole molto precise, serve improntare un utilizzo proattivo, destinato esclusivamente ad attività educative. E per fare questo gli insegnanti hanno bisogno di un aggiornamento su tutte le novità legate al tema delle tecnologie per l’educazione, dalle nuove app, ai programmi, fino agli strumenti online. Non si può dimenticare che l’uso della tecnologia in classe permette una estrema personalizzazione dell’apprendimento e consente di usare modalità cucite su misura sulle esigenze di ogni alunno. La scuola italiana ha bisogno di prepararsi a queste nuove sfide”.

“Proviamo a proporre sia agli insegnanti che ai ragazzi delle attività con gli strumenti tecnologici che possono essere utili e divertenti in aula, dall'imparare come si riconosce una fake news e quindi una fonte affidabile, a come inserire un video all’interno di una lezione che vuole stimolare la discussione tra gli studenti, come fare ricerche in Rete e cucirne insieme i risultati”, spiega il direttore generale Giovanni Palumbo.

Ultimo aggiornamento: 12/02/2018 - 18:57