In che modo i servizi sociali toscani vengono incontro alle famiglie fragili? Una fotografia aggiornata la restituisce il monitoraggio redatto dal Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza - le cui funzioni sono svolte dall’Istituto degli Innocenti – che si basa sui dati 2016.

I servizi sociali si occupano dei bambini che, in Toscana, si trovano in famiglie vulnerabili tramite interventi che comprendono: gli affidamenti part time (cresciuti nell’ultimo triennio e che hanno riguardato nel 2016 222 casi, con un incremento del 30% rispetto al 2014), l’accoglienza nei centri semiresidenziali (dove sono passati circa 800 bambini), il sostegno socioeducativo scolastico che nel 2016 ha coinvolto 2.825 e il sostegno educativo territoriale che ha riguardato 2.695 minori nell’arco del 2016. Questi interventi sono rivolti a circa 5 bambini e ragazzi ogni mille minori residenti sul territorio regionale.

Il monitoraggio segnala un aumento delle situazioni prese in carico dai servizi sociali nel periodo post adozione. A fine 2016 il fenomeno ha riguardato 336 minori (di cui 253 stranieri) per un aumento in un solo anno del 17%. Aumenta in questo ultimo anno l’incidenza dei minori adottati in adozione nazionale che passa dal 20% del 2015 al 25% del 2016.

L’assistenza economica rimane la tipologia di intervento con il più alto numero di famiglie e di minori coinvolti. Nel 2016 i nuclei con figli minori che hanno usufruito di una forma di assistenza economica sono stati 9.954 e i minori coinvolti sono stati 15.456 per una media di 1,6 minori per nucleo familiare. Media questa più alta di quelle viste per le altre tipologie di intervento che testimonia le maggiori difficoltà economiche delle famiglie con più figli minori. Tra le quasi 10 mila assistenze economiche, 3.968 – pari al 39,9% del totale – riguardano cartelle sociali attive con determinazione del progetto individuale del minore. In questo caso i minori coinvolti sono stati 5.763.

A conferma di quanto detto sulla difficoltà oggettiva delle famiglie con più figli minori vengono i dati dei beneficiari con ratifica INPS del progetto ministeriale di sostegno per l’inclusione attiva (SIA), informazione questa che rappresenta un’altra novità del monitoraggio 2016. Le famiglie coinvolte sono state 1.005 e i minori 2.003 per una media di due minori a famiglia, dato decisamente più alto di tutte le altre tipologie di intervento.

Nel monitoraggio è compresa infine la sintesi dei progetti a sostegno della genitorialità finanziati dalla Regione Toscana in una prospettiva organica.

Da un lato, la sperimentazione del programma nazionale P.I.P.P.I. in un numero consistente di ambiti zonali ha consentito il confronto degli operatori con metodologie e strumenti nuovi e scientificamente validati nel lavoro preventivo con le famiglie; dall'altro, grazie all’utilizzo dei Fondi erogati annualmente dal Dipartimento per le politiche della famiglia e a un crescente investimento economico regionale, sono stati realizzati progetti volti a sperimentare pratiche innovative di sostegno alla genitorialità in fase precoce, in una logica di integrazione delle politiche e degli interventi. Per un totale di risorse investite pari a un milione e 237 mila euro.

I risultati raggiunti hanno consentito di delineare lʼasse di intervento e di lavoro integrato con e per le famiglie vulnerabili secondo lʼapproccio che sarà riportato nel Piano integrato regionale sociale e sanitario.

"La conoscenza dei fenomeni e la disponibilità di dati di qualità sui servizi territoriali - è il commento di Stefania Saccardi, assessore al diritto alla salute, welfare e integrazione socio-sanitaria della Regione Toscana - rappresentano un interesse primario per la Regione Toscana, che intende rafforzare sempre più i livelli di consapevolezza e di informazione sulle politiche per l'infanzia e l'adolescenza, coerentemente con il proprio rinnovato impegno espresso per la promozione della genitorialità e la tutela dei diritti di bambini e ragazzi". 

“Il rapporto sugli esiti del monitoraggio realizzato con le zone di distretto offre una lettura non solo del dato statistico della diffusione dei servizi ma anche delle risposte che i diversi territori sanno dare per far fronte alle dinamiche sociali che investono bambini e famiglie – commenta la presidente dell’Istituto Maria Grazia Giuffrida – E’ importante mettere in evidenza come, soprattutto negli ultimi anni, i concetti di prevenzione e promozione delle competenze genitoriali hanno meritato un posto in primo piano nell’ambito delle politiche regionali e degli interventi rivolti alle famiglie vulnerabili”.

I dati e gli approfondimenti sul sostegno alla genitorialità si trovano nel rapporto Profili territoriali toscani nell’area infanzia adolescenza e famiglie

Ultimo aggiornamento: 21/06/2018 - 14:06