Cala la popolazione dei cittadini residenti in Toscana, per la prima volta dopo cinque anni di progressiva crescita. E questo nonostante la prospettiva di vita continui ad aumentare. Secondo i dati Istat aggiornati al 1° gennaio 2016 e raccolti nel Rapporto sui servizi per l’infanzia 2016 elaborato dall’Istituto degli Innocenti, i residenti in Toscana sono 3.744.398, ovvero 8.256 in meno rispetto all'anno precedente.

Per contro, l’indice di vecchiaia raggiunge il massimo storico rispetto al periodo considerato (dal 2011 al 2016): ogni 100 toscani con meno di 15 anni si contano 195 residenti con più di 64 anni. L’indice di vecchiaia registra valori massimi nelle province di Siena, Lucca e Massa Carrara, dove gli over 64 sono più del doppio rispetto agli under 15. E’ Prato, invece, la provincia più giovane del territorio, con un indice di vecchiaia pari a 150.

Osservando da vicino la fascia della prima infanzia, la situazione si rivela ancor più critica. I bambini di età compresa tra i 3 e i 36 mesi residenti in Toscana alla data del 1° gennaio 2016 erano 78.444, in calo di 3.480 unità rispetto all'anno precedente. Il dato da un lato conferma la diminuzione, anno dopo anno, dei nuovi nati, ma dall'altro mostra anche una progressiva accelerazione del fenomeno. Nel corso degli ultimi 5 anni, infatti, la popolazione 3-36 mesi è diminuita del 9%.

Eppure la Toscana è una delle regioni che fa meglio dal punto di vista dei servizi per l’infanzia in Italia: con Valle d’Aosta, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Marche, la Toscana è una delle sette regioni a superare la soglia del 33% di accoglienza nei servizi fissata come target da conseguire a livello europeo entro il 2010.

Nell’anno educativo 2015/2016, il tasso di accoglienza del nido d'infanzia a livello regionale risulta essere pari al 28,5%, con un incremento di 1,3 punti percentuali rispetto all’anno precedente (27,2%).

Resta invece stabile, al 2,6%, il tasso di accoglienza dei servizi integrativi al nido.

Infine, i bambini accolti come anticipatari nelle scuole dell’infanzia incidono per un valore pari al 3,9% sull’accoglienza degli 0-2 anni, con un incremento di 0,3 punti rispetto all’anno precedente.

Il numero dei servizi educativi per la prima infanzia, però, fa registrare un calo (-14 unità su 1.005 dell’anno precedente), quasi esclusivamente a carico dell’offerta privata, che comunque si mantiene prevalente rispetto a quella pubblica. La flessione più evidente si registra nell'offerta relativa ai servizi integrativi. Nonostante che questi ultimi siano sempre più considerati come fondamentali nell’ottica delle giovani famiglie.

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Ultimo aggiornamento: 24/01/2019 - 17:43