progetto Peer

Il progetto europeo "Peer" (Participation, experiences and empowerment for roma youth), i cui partner italiani sono l'Istituto degli Innocenti e la Cooperativa Cat, si avvia alla conclusione. Le attività laboratoriali e gli incontri previsti dall'iniziativa – che hanno coinvolto, a Firenze, circa 25 ragazzi rom dai 14 ai 20 anni residenti nel Quartiere 4 e nel Quartiere 5 - sono terminati a giugno. A settembre i ragazzi che hanno preso parte al progetto si confronteranno via Skype con i giovani partecipanti degli altri Paesi, mentre a novembre, a Dublino, si terrà la conferenza finale.

Durante le attività laboratoriali e gli incontri i ragazzi sono stati invitati a riflettere sulla loro vita quotidiana, a confrontarsi e a scambiarsi idee ed esperienze. L'obiettivo del progetto è infatti quello di promuovere una maggiore partecipazione degli adolescenti rom alle decisioni che riguardano la loro vita e aiutarli a sviluppare abilità sociali e comunicative.

A Firenze le attività del progetto hanno previsto incontri laboratoriali, momenti di confronto con rappresentanti istituzionali, passeggiate nei quartieri. Gli incontri e i momenti di confronto si sono svolti nei locali della biblioteca BiblioteCaNova Isolotto, del Centro giovani L'isola e della scuola secondaria inferiore Paolo Uccello dell'Istituto comprensivo Gandhi.

«Gli incontri – spiega Francesco Chezzi, coordinatore a Firenze - hanno dato spazio a discussioni sulla condizione dei rom nel territorio fiorentino, sui pregiudizi, sulle relazioni con i coetanei. I ragazzi hanno parlato delle loro necessità e delle loro aspettative. I giovani che vivono nel campo del Poderaccio, in particolare, hanno espresso con forza il loro desiderio di andare a vivere in contesti residenziali. I rappresentanti istituzionali intervenuti agli appuntamenti dedicati al confronto – l'assessore comunale Sara Funaro, il consigliere comunale Tommaso Grassi il presidente del Consiglio del Quartiere 4 Mirko Dormentoni – si sono dimostrati molto disponibili all'ascolto e al confronto con i ragazzi».

All'iniziativa hanno preso parte anche quattro tutor facilitatori, giovani rom che hanno progettato e gestito le attività insieme ai ricercatori dell'Istituto e agli operatori della Cooperativa Cat.

«Il progetto – sottolinea Chezzi - ha aiutato i ragazzi a socializzare tra loro e ha favorito un rapporto più intenso con i luoghi di aggregazione del territorio di giovani che quotidianamente vivono in spazi separati dal resto della società».

Partecipano, oltre all'Italia, altri 8 Paesi: Romania (capofila), Inghilterra, Irlanda, Francia, Spagna, Cipro, Bulgaria e Lituania.

Ultimo aggiornamento: 07/10/2016 - 16:37