Progetto nazionale finalizzato a favorire l’inclusione scolastica e sociale dei bambini e delle bambine rom, sinti e caminanti

Periodo
-
Luogo
Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia

Area di attività

Tipo di Progetto

Progetto nazionale
logo del Progetto nazionale per l’inclusione e l’integrazione dei bambini rom, sinti e caminanti

A novembre 2020 è stato sottoscritto un nuovo accordo triennale di collaborazione ai sensi dell’art. 15 della legge 241/1990 tra l’Istituto degli Innocenti e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali. L’accordo sostiene l’attuazione del progetto nazionale finalizzato a favorire l’inclusione scolastica e sociale dei bambini e delle bambine rom, sinti e caminanti, a cui l’Istituto degli Innocenti assicura assistenza tecnico-scientifica ormai da molti anni.

L’azione italiana si ricollega al dibattito europeo sul tema caratterizzato da incontri, risoluzioni, analisi di documenti specifici sulla materia, culminato nell'EU Framework for National Roma Integration Strategies, la cosiddetta Cornice Comunitaria per le Strategie di Integrazione Nazionale dei Rom (5 aprile 2011) che ha previsto un impegno, senza precedenti, per tutti gli Stati membri dell’Unione Europea in materia di promozione dell’inclusione delle comunità Rom, nei rispettivi territori nazionali.

Il Progetto nazionale per l’inclusione e l’integrazione dei bambini Rom, Sinti e Caminanti, promosso nel quadro delle azioni PON Inclusione [FSE 2014-2020] dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in collaborazione con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, il Ministero della salute e l’Istituto degli Innocenti, coinvolge le principali città metropolitane italiane: Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia.

Il progetto in corso è lo scale up del percorso sperimentale avviato nel 2013 con tredici città riservatarie nell’ambito della legge 285/1997. In questo arco temporale è stato significativamente esteso il coinvolgimento di territori, scuole, bambine, bambini, adolescenti e famiglie RSC, generando evoluzioni positive in termini di consolidamento e ampliamento della governance (snodo strategico per lo sviluppo della rete locale), di miglioramento costante, seppur lento, del tasso di frequenza scolastica e del successo scolastico (in termini di ammissione alla classe successiva).

Finalità generale del progetto è quella di ridurre la marginalità estrema promuovendo interventi di inclusione sociale e scolastica rivolti ai bambini RSC e alle loro famiglie nell’integrazione di tre contesti di azione principali: la scuola, gli spazi abitativi e di vita e la rete locale dei servizi.

Tale finalità si articola nei seguenti obiettivi:

  • miglioramento dell’inclusione scolastica e del successo formativo dei minori RSC
  • contrasto alla dispersione scolastica dei minori RSC
  • miglioramento dell’accesso ai servizi socio-sanitari dei minori RSC e delle loro famiglie
  • consolidamento e di una governance intercittadina e multisettoriale sostenibile

I destinatari diretti del progetto sono:

  • bambini e ragazzi RSC 3-14 anni. Oggetto di attenzione sono anche i ragazzi che hanno completato il ciclo della scuola secondaria di I grado che si avviano alla secondaria di II grado e a percorsi di formazione professionale a rischio di abbandono scolastico
  • famiglie RSC

I destinatari indiretti del progetto sono:

  • tutti i bambini e ragazzi non RSC iscritti nelle classi e scuole coinvolte nel progetto
  • dirigenti scolastici, corpo docente e personale ATA
  • responsabili e operatori dei settori sociale e sociosanitario, del terzo settore e più in generale della rete locale per l’inclusione.  

Tre sono appunto gli ambiti di azione: la rete locale dei servizi, la scuola e i contesti abitativi.

La rete locale è un’area strategica in relazione alla contestualizzazione delle progettualità nelle realtà territoriali e alla necessità di dare forma stabile a meccanismi di gestione degli interventi sociali e socioeducativi. La rete locale è organizzata in ogni territorio in spazi di confronto e co-progettazione multidisciplinare (Tavoli Locali ed Équipe).

Il lavoro nella scuola è rivolto non solo ai bambini RSC ma a tutti i bambini e le bambine presenti nella classe di progetto, agli insegnanti, al dirigente scolastico e al personale ATA: questo si è rivelato un punto di forza capace di scardinare forme tradizionali di assistenzialismo e di esclusione. Le attività previste si suddividono in tre cluster: la formazione per insegnanti e operatori, le attività curriculari con metodologia cooperativa e inclusiva realizzate dagli insegnanti e i laboratori nelle classi. Lo stare bene a scuola e negli altri luoghi di vita per i bambini rom e sinti è diventato il parametro di un ambiente in grado di favorire il benessere di un'intera collettività a cui tutti - insegnanti, bambini, famiglie, operatori, volontari, ecc. - sono chiamati a dare il proprio apporto, anche attraverso il cambiamento delle rappresentazioni sociali di cui ognuno è portatore nei confronti dell’altro.

Il lavoro nei contesti abitativi è finalizzato a integrare gli obiettivi di sostegno scolastico con quelli volti alla promozione del benessere complessivo del bambino in relazione alla sua famiglia favorendone l’accesso ai servizi locali e promuovendone un percorso verso l’autonomia.

Ultimo aggiornamento: 17/11/2023 - 12:33