Data:

15 Gennaio 2021

Come hanno vissuto i genitori il periodo della chiusura dei servizi educativi dovuta alla pandemia nella primavera 2020? Quali difficoltà, quali preoccupazioni, ma anche quali possibili risorse? L’Istituto degli Innocenti lo ha chiesto alle famiglie dei bambini che frequentano i propri servizi educativi, attraverso un semplice questionario. 

Per i genitori un aspetto positivo nella complessa e inusuale situazione causata dal lockdown c’è stato: la possibilità di trascorrere insieme ai propri figli più tempo, un tempo che per l’80% dei genitori ha consentito di riscoprire giochi dimenticati e creare nuove esperienze di gioco insieme

Per la metà delle mamme e dei papà le settimane di lockdown hanno permesso anche una maggiore condivisione e coinvolgimento delle attività quotidiane con i propri figli e l’opportunità di vivere senza fretta i momenti di cura, assaporandoli nella pienezza della relazione intima. 

Nella metà dei genitori l’opportunità di potersi fermare ad osservare con una maggiore tranquillità il proprio bambino ha valorizzato la scoperta di nuovi tratti del proprio figlio e  di quelle nuove capacità acquisite grazie agli educatori e alle educatrici dei servizi educativi.

Ma non sono mancate le preoccupazioni: tutti i genitori hanno sottolineato come uno degli aspetti più preoccupanti generati dalla chiusura dei servizi educativi sia la perdita della relazione fra pari, ancor di più di quella con gli adulti. Mentre una metà dei genitori pensa che possa esserci difficoltà a conciliare le esigenze di cura con quelle di lavoro.

Gli strumenti messi a disposizione dall’Istituto degli Innocenti sui canali social sono stati accolti con soddisfazione dalla quasi totalità dei genitori e la metà degli intervistati ha individuato come principali aspetti di attenzione nella prospettiva della ripresa delle attività educative il rischio sanitario, il riambientamento del bambino e le eventuali modifiche nell’orario di frequenza.

“Durante i mesi di sospensione delle attività educative in presenza - dice la presidente dell’Istituto degli Innocenti Maria Grazia Giuffrida - l’Istituto degli Innocenti, attraverso la campagna #RestoACasaMaNonMiAnnoio ha dato alle famiglie la possibilità di accedere tramite i canali social e il sito istituzionale a giochi, attività ludico-didattiche da fare a casa insieme ai propri genitori. Ci fa piacere rilevare che gli strumenti messi a disposizione dall’Istituto degli Innocenti in un momento così difficile siano stati apprezzati dai genitori, che si sono espressi favorevolmente anche rispetto alle opportunità di relazione con i bambini attraverso le piattaforme on line, in assenza della fondamentale, vera e immediata, relazione in presenza”.

 “Il questionario distribuito alle famiglie è servito all’Istituto ad acquisire elementi utili per affrontare al meglio la riapertura dei nostri servizi educativi,  cercando di rispondere efficacemente ai bisogni dei bambini e dei genitori - commenta il direttore generale Giovanni Palumbo - Organizzare il ritorno in classe è stata da subito la nostra priorità, dopo che il lockdown aveva privato i bambini di un fondamentale luogo di aggregazione, conoscenza e crescita”.

 

I genitori che hanno aderito alla rilevazione hanno un’età media di 40 anni e un livello di istruzione alto, diploma di laurea nella quasi totalità dei casi. La maggior parte, oltre il 50% lavora come dipendente, un terzo ha invece una propria attività autonoma. 

Nel periodo di chiusura dovuta all’emergenza pandemica oltre la metà di coloro che hanno risposto ha potuto usufruire della modalità di lavoro agile, un quinto ha continuato a svolgere la propria attività in presenza mentre il 15% si è trovato in una condizione di sospensione del lavoro. 

Il 60% delle famiglie intervistate ha un solo figlio, mentre la restante parte ne ha due e l’età media dei bambini è di tre anni e mezzo.

 

Ultimo aggiornamento: 15/12/2021 - 11:30