Segnali di riconoscimento dell’Archivio degli Innocenti: un patrimonio unico al mondo da tutelare e valorizzare
23 Dicembre 2025
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Il prezioso patrimonio dei segnali di riconoscimento dell’Archivio degli Innocenti è stato al centro di un incontro promosso dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana, in collaborazione con il Ministero della Cultura.
Il 10 dicembre, Antonella Schena, responsabile del Servizio Archivio, museo e attività culturali dell’Istituto degli Innocenti, e Lucia Ricciardi, archivista dell’ente, hanno raccontato a un pubblico di archivisti, operatori culturali e cittadini la storia dei segnali di riconoscimento e le misure che l’Istituto adotta per la tutela e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio. Di seguito un estratto dei loro interventi.
Perché il patrimonio dei segnali di riconoscimento dell’Istituto degli Innocenti è così unico e prezioso?
L’Istituto degli Innocenti conserva un patrimonio di oltre 40.000 esemplari di segnali di riconoscimento: una collezione eccezionalmente vasta e ben conservata di piccoli oggetti lasciati dai genitori che affidavano i propri bambini all’Ospedale degli Innocenti. La gran parte di questo patrimonio risale all’Ottocento e al primo Novecento (1827-1921); per le epoche precedenti esistono quasi esclusivamente descrizioni nei registri di ingresso (Balie e bambini) o rari reperti conservati nelle filze di battesimo (fine Seicento).
La preziosità dei segnali di riconoscimento non era legata al valore economico degli oggetti – monete, medaglie, rosari, anelli, bottoni o nastri, spesso spezzati o divisi a metà – ma alla funzione probatoria che essi svolgevano nell’ambito del possibile riconoscimento dei bambini da parte dei genitori. Pur non essendo richiesti dall’Amministrazione, i segnali costituirono per lungo tempo il mezzo attraverso il quale la famiglia, in possesso dell’altra metà dell’oggetto, poteva in futuro ricercare e ricongiungersi al figlio precedentemente abbandonato.
I segnali di riconoscimento racchiudono dunque un profondo valore storico e umano: raccontano storie individuali, testimoniano la speranza e la promessa di un ricongiungimento oppure, in molti casi, rappresentano l’atto d’amore o di addio di famiglie in difficoltà. Offrono inoltre uno spaccato eccezionale sulla storia dell’accoglienza, sulla vita quotidiana e sulle credenze delle famiglie fiorentine e toscane – e non solo – nel corso dei secoli.
Quali azioni di tutela ha messo in campo l’Istituto negli ultimi anni?
Tra le principali azioni di tutela va ricordata l’inventariazione della collezione, un progetto ambizioso e complesso, condiviso e autorizzato dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana. L’inventariazione è stata realizzata all’interno del database per la descrizione archivistica ArDEs, secondo gli standard ISAD (G) e ISAAR (CPF).
Sono state create due specifiche serie archivistiche – una relativa ai segnali del periodo 1827-1889 e una per quelli del periodo 1890-1921 – integrate nell’albero dell’inventario già esistente. Dove necessario, i segnali sono stati sottoposti a interventi di restauro e di ripulitura; altri sono stati ricondizionati in contesti di maggiore tutela conservativa. Tutte le operazioni sono state eseguite nel pieno rispetto delle normative e con la massima attenzione a non recidere il vincolo archivistico.
Quali azioni di valorizzazione e promozione ha messo in campo l’Istituto negli ultimi anni?
La valorizzazione di questo patrimonio si è sviluppata attraverso diverse iniziative.
- La digitalizzazione e l’inserimento dei segnali nella Teca digitale, all’interno della quale è stata creata la collezione “Segnali gettatelli”, che rende oggi consultabili 168 segnali. Questo lavoro è stato reso possibile grazie alla campagna “Adotta un segnale”, promossa dalla Fondazione Istituto degli Innocenti, e al progetto sponsorizzato da Calliope Arts Foundation, dedicato all’inventariazione, digitalizzazione e restauro di circa 120 segnali di riconoscimento appartenenti alle bambine accolte all’Ospedale degli Innocenti tra il 1900 e il 1921. A seguito di questo percorso, nel novembre scorso è stato inaugurato, nella sezione Novecento del Museo degli Innocenti, il focus espositivo Bambine nell’Archivio degli Innocenti: 1900-1921, visitabile fino all’8 marzo 2026.
- Fin dall’apertura del nuovo Museo nel 2016, all’interno della sezione Storia del Museo, è stata prevista un’installazione permanente dedicata ai segnali di riconoscimento, nella quale sono esposti 140 segnali, in prevalenza monete e medaglie.
- Dal 2023 è inoltre possibile visitare la mostra E l’altra metà serberò io, inizialmente temporanea e oggi divenuta permanente grazie agli accordi con la Soprintendenza archivistica. Tali accordi prevedono la rotazione semestrale degli oggetti e dei documenti esposti, al fine di garantirne la corretta conservazione.
- In accordo con le Soprintendenze competenti (archivistica e dei Beni culturali), tre segnali del Novecento sono stati concessi in prestito per la mostra organizzata dalla Santa Casa da Misericordia di Lisbona, dal titolo Children of All… Children of Whom? The Foundlings of the Lisbon Wheel, in occasione della candidatura dei segnali al Registro internazionale della Memoria del mondo dell’UNESCO. Alla candidatura hanno partecipato diverse istituzioni internazionali, insieme all’Istituto degli Innocenti.
In cosa consiste il rapporto di collaborazione con la Soprintendenza?
Il rapporto con la Soprintendenza archivistica è un rapporto istituzionale previsto dalla normativa italiana sui beni culturali. La Soprintendenza ha infatti il compito di tutelare e vigilare sul patrimonio archivistico e bibliografico degli enti pubblici e privati di particolare interesse culturale, svolgendo al contempo attività di promozione e valorizzazione.
Nell’ambito di queste funzioni, l’Istituto degli Innocenti ha sempre potuto contare su una collaborazione costante e qualificata a livello tecnico e culturale, sperimentando soluzioni innovative soprattutto nell’inventariazione e nella digitalizzazione dei segnali di riconoscimento, un patrimonio particolarmente fragile e fortemente identitario per la storia dei brefotrofi. Il progetto sui segnali di riconoscimento ha rappresentato anche un’importante occasione per rafforzare le relazioni con altre istituzioni, come la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, competente per quanto riguarda il prestito e il restauro degli oggetti.
Da questa collaborazione sono scaturite modalità concrete e innovative di tutela e valorizzazione di un patrimonio culturale unico, che continua a raccontare una storia centrale nella memoria dell’infanzia e dell’accoglienza.
Ultimo aggiornamento: 23/12/2025 - 13:57









