Centri per la Famiglia

Un centro per le famiglie in ogni zona distretto

I Centri per le Famiglie hanno iniziato a svilupparsi alla fine degli anni Ottanta come proposta di prossimità per le famiglie, con l’obiettivo di avviare un presidio permanente di riferimento e un luogo di prevenzione e cura delle fragilità familiari.

Negli ultimi anni, lo sviluppo e la messa in rete di questi Centri sta trovando una crescente attenzione da parte del governo e delle amministrazioni regionali grazie all’input dato, tra gli altri, dal “Piano Nazionale della Famiglia” del 2012, primo quadro organico di settore a livello italiano. Anche la Toscana si sta attivando su questo fronte e l’Istituto degli Innocenti, in particolare, è al lavoro per il supporto e la realizzazione di questa tipologia di servizio a favore delle famiglie.

Cosa sono i Centri per le Famiglie

Ogni Regione italiana ha competenza nel normare i Centri per le famiglie, da ciò deriva il fatto che non esiste una definizione univoca di questa tipologia di servizio. Volendo però dare delle definizioni condivise a livello nazionale può essere utile ricordare come vengono definiti questi Centri attraverso due documenti: il Nomenclatore degli interventi e servizio sociali e il Piano nazionale della Famiglia del 2012. Nel primo caso si dichiara che è un servizio a sostegno dello scambio di esperienze tra famiglie con figli: si configura come un contenitore e un catalizzatore d’opportunità e di risorse della comunità. Il personale impegnato nel Centro ha solo un ruolo di regia, con il compito di coordinare e coadiuvare le attività, che sono svolte con il protagonismo attivo delle famiglie: nel Centro, possono essere organizzate attività di mediazione familiare e di sostegno alla genitorialità.

Nel piano Famiglia del 2012 si parla invece di centri propulsori di una rete di servizi, di interventi, di soggetti ed azioni integrate (sociali, sanitarie, educative) che si muovono nel variegato e complesso campo delle politiche dei servizi alla famiglia e del lavoro di cura. Nel 2022, il nuovo Piano nazionale, frutto di un articolato e ampio processo partecipativo, ha evidenziato la necessità di guidare i Centri verso un modello in grado di rispondere ai bisogni della persona soprattutto in termini relazionali, supportando l’individuo nel contesto delle relazioni familiari, sociali e lavorative, in una logica sussidiaria e di empowerment che faciliti lo sviluppo delle risorse personali e di rete.

La situazione in Toscana

Nel 2015 il Dipartimento per le politiche della famiglia decise di avviare una prima mappatura nazionale dei Centri per le famiglie diffusi sul territorio al fine di monitorarne lo stato di attuazione complessivo e avere un quadro conoscitivo, per singola Regione. In continuità con l’attività di monitoraggio svolta nel 2015, a partire dall’annualità 2019, il Dipartimento ha poi realizzato una dettagliata mappatura regionale delle politiche e dei servizi dedicati alle famiglie che è stata oggetto di un capillare intervento di monitoraggio, aggiornamento e integrazione. Da questa analisi è emerso che circa la metà delle regioni italiane prevede una normativa regionale sui Centri. Tra le 11 Regioni prive di tale normativa (e comprendendo tra queste anche le province autonome di Trento e Bolzano) in alcuni casi è stata comunque avviata una sperimentazione. Complessivamente i casi ammontano a 284 (di cui 60 sperimentazioni), a questi si devono tuttavia aggiungere ulteriori servizi - come ad esempio quelli erogati dalle reti dei Consultori -, con caratteristiche simili a quelli riconducibili ai Centri per le famiglie, attivati in regioni in cui non è stata rilevata una normativa: Lombardia, Toscana e Veneto.

In Toscana, per esempio, si contano 34 Consultori, 29 Centri Affidi e 4 Centri adozioni. Recentemente la Regione Toscana, con delibera di Giunta n.876/2022, ha emanato specifici indirizzi per lo sviluppo di progettualità a valere sul Fondo per le politiche della famiglia indicando tra gli obiettivi la “realizzazione in ogni Zona distretto/società della Salute di almeno un polo di riferimento ovvero Centro per le famiglie, anche con più articolazioni, per la risposta ai bisogni e alle istanze delle famiglie”. Nella sopracitata delibera viene inoltre specificato che all'interno dei Centri potranno trovare sede i servizi dei Centri Adozione e dei Centri Affidi, il servizio di mediazione familiare, gli spazi dedicati ai gruppi di parola per famiglie e adolescenti, le équipes integrate. Nonostante la mancanza di una normativa specifica e in vista dell'implementazione degli obiettivi indicati dalla Giunta regionale, anche in Toscana sono in corso progettazioni orientate a strutturare questa tipologia di servizio.

L'istituto degli Innocenti, da sempre impegnato per la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, considera di fondamentale importanza lo sviluppo di questi servizi per lavorare in una prospettiva di promozione e prevenzione al fianco delle famiglie. Si è già attivato non solo sul fronte del monitoraggio e dello studio di questi strumenti, ma anche per implementare i propri servizi nell’ottica indicata dal Dipartimento per le politiche della famiglia. Nell'ambito delle attività del Centro regionale di documentazione per l'infanzia e l’adolescenza, l’Istituto ha svolto, da marzo a giugno 2023, un'attività di supporto alle Zone/Distretto società della Salute attraverso incontri locali, in cui è stata analizzata la situazione dei centri per le famiglie e delle équipe multidisciplinari presenti nei vari territori. L’Istituto sta quindi lavorando con le Zone/Distretto per supportarle nella progettazione dei Centri per le Famiglie sulla base dei finanziamenti erogati dalla Regione Toscana. Per il prossimo futuro, l’Istituto è anche al lavoro per la realizzazione di un suo Centro a partire dal potenziamento di servizi già in essere come Crescere Insieme.

Ultimo aggiornamento: 20/07/2023 - 18:50