L'intervento del direttore generale Sabrina Breschi al convegno ''Cosultori, facciamo il punto''

L'intervento del direttore generale Sabrina Breschi al convegno ''Cosultori, facciamo il punto''

Servizi per la salute delle donne ma anche per i giovani, le famiglie e la coppia. Luogo di prevenzione e promozione della salute, con la possibilità di ricevere prestazioni sanitarie ma anche consulenza, ascolto e accompagnamento a percorsi di salute specifici. Tra passato, presente e futuro, i professionisti del consultorio si sono ritrovati ieri all’Istituto degli Innocenti di Firenze per fare il punto su un servizio che, a quasi cinquant’anni dalla legge 405 del 1975, ha attraversato scenari e problematiche diversi, ma resta ancora oggi punto di riferimento importante nella società attuale. I promotori hanno deciso di organizzare il convegno all’Istituto anche in vista dell’apertura al suo interno di un nuovo consultorio entro la fine dell’anno, un progetto dell’Asl Toscana Centro e dell’ente di piazza Santissima Annunziata, fortemente sostenuto da Comune di Firenze e Regione Toscana che riporta i servizi consultoriali lì dove erano sempre stati fino a nove anni fa: l’Istituto, infatti, ha ospitato un servizio consultoriale dalla loro istituzione fino al 2013.

L’istituto degli Innocenti e il sostegno alla maternità

D’altronde il sostegno e l’attenzione alla maternità è stata un’attenzione costante nella storia dell’Istituto fin dall’800 e in misura ancora maggiore nel secolo successivo. Un cammino le cui tappe principali sono state ripercorse dal direttrice generale dell’Istituto Sabrina Breschi, nell’intervento che ha aperto i lavori, (“Radici antiche per nuove sinergie: la presenza del Consultorio all’Istituto degli Innocenti fra storia e prospettive”), dopo i saluti istituzionali della Presidente dell’Istituto Maria Grazia Giuffrida, della Vicepresidente della Regione Stefania Saccardi e degli Assessori regionali Simone Bezzini (salute e sanità) e Serena Spinelli (politiche sociali), dell’Assessore al welfare e all’educazione del Comune di Firenze Sara Funaro, di Francesca Torricelli della Commissione regionale pari opportunità e di Valeria Dubini, direttore dell’Unità funzionale complessa Attività Consultoriali della Asl Toscana centro e responsabile scientifica del convegno.

La riapertura del Consultorio, il legame con il passato e le possibili nuove sinergie per futuro

Il trasferimento dell’Ospedale di Maternità per “gravide occulte” e della scuola di ostetricia di Orbetello nei locali della sede di piazza Santissima Annunziata e sotto la direzione dell’Ospedale degli Innocenti nel 1815. Poi l’istituzione dell’Aiuto Materno nel 1918, un servizio per le madri illegittime che avevano riconosciuto i figli e in cui veniva distribuito latte sterilizzato, generi alimentari e indumenti. Quindi, La “casa della madre e del bambino degli Innocenti”, che raccolse e ordinò i servizi socio-assistenziali rivolti alla cura della maternità avviati negli anni precedenti, inclusi alcuni spazi dedicati proprio ad attività di tipo consultoriale, e a cui nel 1930 si aggiunse l’asilo nido rivolto ai bambini della città. Fino ad arrivare alla fine degli anni ’70 e all’apertura di un vero e proprio consultorio nei locali dell’Istituto, operativo fino al 2013.

Sono alcune delle tappe della storia dell’Istituto percorse dal direttore generale Breschi in un intervento che ha guardato soprattutto al futuro: “La riapertura del consultorio , dunque, si riconnette al passato, ma si a si apre anche a nuove potenzialità alla luce dell'evoluzione che ha avuto l'istituto nell'ultimo decennio – ha concluso -. Qui, infatti, s'intrecciano esperienze molto diverse : dal polo 0-6, ai centri regionale e nazionale passando per la biblioteca e “Bambini al Centro” fino a arrivare a “Crescere Insieme”, un progetto articolato di servizi a sostegno della genitorialità promosso con il sostegno della Regione Toscana, che in, prospettiva, grazie alla felice collocazione del nuovo consultorio familiare all’interno dell’Istituto, potrà favorire la proposta di percorsi integrati di accompagnamento alla nascita”

Le attività consultoriali in Toscana: punti di forza e criticità nell’indagine nazionale Iss

Il punto sui servizi consultoriali in Toscana, invece, lo hanno fatto le relazioni successive a cominciare da quelle di Ilaria Lega, ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità (“I consultori familiari della Regione Toscana nel contesto dell’indagine nazionale dell’Iss”) e Fabio Voeller dell’Agenzia regionale di sanità della Toscana (“Cosa dicono i dati dell’Ars”), intervenuti dopo la lettura magistrale dell’epidemiologo Michele Grandolfo. Diversi punti di forza del territorio regionale evidenziati dall’indagine realizzata dall’Iss nel periodo subito precedente alla pandemia. In generale con un consultorio familiare ogni 22.229 residenti, la Toscana è una delle quattro regioni con l’incidenza più elevata di servizi consultoriali: non a caso, infatti, il numero di utenti ogni 100 residenti (8,1) è superiore alla media nazionale e la colloca al quinto posto a livello italiano. Lo studio dell’Istituto superiore di sanità, però, ha evidenziato anche qualche elemento di criticità: in particolare dall’indagine emerge come la disponibilità di professionisti dell’area psicosociale all’interno dei consultori sia molto al di sotto della media nazionale, sia con riferimento alla figura dello psicologo che a quella dell’assistente sociale. A risentirne è anche l’approccio multidisciplinare: in Toscana, infatti, la quota di consultori familiari che effettuano riunioni multiprofessionali è tra le più basse del panorama nazionale (32% contro una media del 72%).

Il monitoraggio dell’Agenzia regionale di sanità

A entrare nel dettaglio, con dati aggiornati alla fine del 2021, è stato, invece Ugo Voeller dell’Ars. Al riguardo la novità più importante emersa dal monitoraggio dell’Agenzia regionale di sanità e che i tassi di accesso, caduti repentinamente nel 2020 anche a causa delle restrizioni collegate all’emergenza sanitaria, l’anno successivo sono tornate ad attestarsi allo stesso livello del periodo pre-pandemico. In generale, comunque, i consultori si confermano luogo d’integrazione: vero, infatti, che l’87% di chi li ha frequentati nel 2021 è italiano. La prospettiva, però, muta se si guardano i rispettivi tassi d’incidenza: gli stranieri che si sono rivolti a un consultorio, infatti, sono stati 62,3 ogni mille residenti; gli italiani il 54,1 per mille.

La novità per la Toscana: un consultorio in ogni Casa della Comunità

Discendono anche da queste analisi alcune delle novità che la Regione Toscana si accinge ad introdurre sulle attività consultoriali, a cominciare dalla presenza in pianta stabile della figura del mediatore interculturale nell’equipe dei consultori. L’elemento d’innovazione maggiore riguarda le Case della Comunità: il decreto ministeriale 77/2022 sulla riforma dell’assistenza socio-sanitaria “raccomanda” che vi sia un consultorio in ciascuna di esse. La Toscana andrà oltre: la presenza del servizio consultoriale nelle Case della Comunità, qui, sarà obbligatoria, fermo restando l’autonomia delle Aziende sanitarie nello stabilirne le modalità di funzionamento.

Codice rosa, Percorso nascita e aborto medico: le buone pratiche della Regione Toscana

Dopo la riflessione si è spostata sulle buone pratiche promosse sul territorio regionale: dal codice rosa fino al Percorso nascita passando per l’aborto medico nella gestione territoriale. Nel pomeriggio la riflessione è ripresa con la Tavola Rotonda dal titolo “Il Consultorio che vorrei” che ha messo in dialogo alcune delle figure professionali di riferimento del consultorio come ostetrica, ginecologa, assistente sociale. Si è parlato anche di contraccezione: di quella gratuita in Toscana, di quella degli adolescenti e nelle età di passaggio verso la menopausa.

Il convegno è stato patrocinato dalla Asl Toscana centro e dalle società scientifiche nazionali SIGO (Società Italiana Ginecologia e Ostetricia) e AGITE (Associazione Ginecologi Italiani Territoriali)

Ultimo aggiornamento: 11/10/2022 - 15:36