In Italia i nidi sono ancora al 23% di copertura (il target dell’Unione Europea è il 33%) con differenze territoriali: in Toscana un bambino su 3 frequenta un nido, la media italiana è uno su 4, ma in alcune aree del Mezzogiorno si arriva a meno di un bimbo su 10. Sono alcuni dati dell’ultimo monitoraggio annuale che da oltre dieci anni viene realizzato dall’Istituto degli Innocenti per misurare qualità e accessibilità dell’offerta di nidi nel Paese, presentati questa mattina al convegno nazionale Educazione Zerosei. Diritti, qualità e accessibilità nel sistema integrato, che si è svolto nel Salone Brunelleschi della storica istituzione fiorentina.

La giornata di studio, a cui è intervenuto anche il Ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, ha rappresentato un’occasione importante per avviare una riflessione sul sistema integrato 0-6 che non si è soffermata solo sulle criticità che ancora lo caratterizzano (come le richieste per i nidi superiori all’offerta e i posti vuoti nelle scuole dell’infanzia), ma ha offerto spunti di rilievo per delineare prospettive di lavoro utili per una concreta attuazione della sua riforma, varata nel 2015. Prospettive che si muovono attorno ad alcune direttrici: fra queste, la garanzia di un’accessibilità equa e generalizzata, attraverso il superamento radicale del concetto di servizio a domanda individuale, seguendo il percorso già intrapreso per la scuola dell’infanzia; l’armonizzazione e l’integrazione dei percorsi formativi di base e in servizio per gli educatori, per sostenere concretamente percorsi di continuità lungo tutto il corso 0-6 anni; l’aggiornamento degli standard e requisiti organizzativi e funzionali e la necessaria integrazione pubblico-privato.

Al convegno hanno portato il loro saluto, oltre alla presidente dell’Istituto degli Innocenti Maria Grazia Giuffrida: Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana; Dario Nardella, sindaco di Firenze; Alessandra Nardini, assessora all’istruzione, formazione professionale, università e ricerca, impiego, relazioni internazionali e politiche di genere della Regione Toscana; Ernesto Pellecchia, direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana; Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, intervenuta con un videomessaggio.

Nella seconda parte della mattina di lavori si è svolta una tavola rotonda, incentrata sul tema della governance del sistema e dei necessari livelli di integrazione e coordinamento fra i diversi attori istituzionali chiamati a garantirlo. Hanno partecipato: Gianluca Lombardo, dirigente dell’Ufficio II Direzione per gli ordinamenti scolastici del Ministero dell’istruzione; Ilaria Antonini, capo del Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Antonio Mazzarotto, direttore dell’Area famiglia, minori e persone fragili della Regione Lazio.

Secondo i dati del monitoraggio, elaborato con un numero crescente di realtà territoriali che rappresentano 2/5 della popolazione 0-6, i nidi – ancora a pagamento, inclusi quelli comunali o convenzionati - sono pochi rispetto alle domande. Ciononostante la rinuncia al posto al nido dopo averlo ottenuto, le dimissioni dopo aver iniziato la frequenza (magari per trasferire il bambino in una scuola dell’infanzia come anticipatario ad accesso gratuito) e l’irregolarità nel pagamento della retta sono fenomeni che riguardano oltre il 20% dei bambini che hanno ottenuto il posto in una struttura comunale o convenzionata. La situazione è peggiorata con la pandemia: le rinunce riguardano il 16% dei bambini, le dimissioni il 9% e l’irregolare pagamento della retta il 14,5%. Una prospettiva utile per superare queste criticità è quella che prevede la riduzione progressiva delle rette per l’accesso ai servizi educativi per i più piccoli, analogamente a quanto è accaduto nel caso della gran parte delle scuole dell’infanzia: il ruolo centrale del tema dell’accessibilità equa e generalizzata è stato sottolineato da vari relatori nel corso del convegno.

Altri dati rivelano che le scuole dell’infanzia sono oltre 22.500 e sono presenti in quasi 6.700 comuni italiani; a causa del decremento delle nascite hanno perso oltre 5.000 sezioni e oltre 265mila iscritti in un decennio, mentre il  numero medio dei bambini per sezione si è ridotto da 23 a 21. Per superare questa discrepanza sarebbe utile organizzare sezioni primavera al posto degli anticipi e micronidi o nidi nelle sezioni di scuola dell’infanzia non più necessarie per i più grandi, puntare a rendere progressivamente integrati fra di loro i due sistemi 0-3 e 3-6, rafforzando anche l’integrazione tra pubblico e privato, per migliorare l’accessibilità al servizio.

I dati del monitoraggio sono riportati nel primo volume della nuova collana editoriale dell’Istituto Infanzia e Adolescenza agli Innocenti, intitolato Educazione Zerosei. Diritti, qualità e accessibilità nel sistema integrato. La pubblicazione, illustrata durante il convegno, presenta contributi di carattere generale, analisi dei dati, riflessioni e spunti su possibili strategie di rafforzamento e sviluppo del sistema dell’offerta, oltre a raccogliere il ricco repertorio delle esperienze dei comuni italiani coinvolti nello svolgimento dell’indagine. Una testimonianza molto preziosa, che racconta lo straordinario patrimonio di progetti e buone pratiche sull’educazione dei più piccoli realizzati nel nostro territorio.

Ultimo aggiornamento: 04/02/2022 - 15:33