Una rete di istituzioni e associazioni che offra a bambini, ragazzi e famiglie servizi di supporto e prevenzione del disagio psicologico e sociale creato dalla pandemia. E’ la proposta che l’Istituto degli Innocenti lancia in occasione della Giornata internazionale della Salute che si celebra oggi, 7 aprile, e che mette in evidenza le difficoltà legate all’emergenza che ha inciso, e sta continuando a incidere, in maniera considerevole, sulla qualità della vita dei più piccoli.  

Basti pensare alla trasformazione che ha subito nell’ultimo anno uno degli elementi fondamentali per la vita di bambini e ragazzi, la sfera sociale, a partire dal bagaglio di relazioni quotidiane garantite dalla frequenza in presenza degli ambienti scolastici.

Da una ricerca di Save The Children presentata il 2 marzo scorso emerge che ogni alunno europeo ha perso in media più di 70 giorni di scuola nell’ultimo anno, dato che aumenta ancora di più se andiamo ad analizzare il contesto italiano dove ci sono ordini scolastici in cui le lezioni sono state sospese per periodi molto più lunghi o dimezzate in presenza come nel caso degli istituti superiori. Quello che osserviamo è quindi un’interruzione non solo momentanea, ma perdurante, delle attività quotidiane in presenza che bambini e ragazzi mettevano in atto. 

La conseguenza purtroppo è sotto gli occhi di tutti, un problema non solo delle famiglie che devono riorganizzare le loro attività, conciliando la dimensione lavorativa con quella di cura, ma anche delle istituzioni che devono trovare servizi e soluzioni nuove per limitare le mancanze educative, scolastiche e sociali. 

Questo periodo ha accentuato le differenze. Da alcuni dati, messi in evidenza dall’Osservatorio Infanzia e Adolescenza durante il proprio insediamento nell’aprile scorso, risulta che il digital divide ha tagliato fuori il 30% di bambini e ragazzi impegnati nel rispetto dell’obbligo scolastico, spesso perché non c’è stata un’interlocuzione diretta con l’istituzione scolastica. 

Per non parlare delle enorme difficoltà provocate dalla didattica a distanza, resa obbligatoria a partire dal 9 aprile 2020 per far fronte all’emergenza sanitaria da Covid-19, che sono state segnalate in un’infinità di situazioni da genitori, associazioni, consulte scolastiche, insegnanti. 

In molti casi la DAD, che pure si è rivelata risorsa fondamentale nell’emergenza,  non ha garantito un proseguimento efficace dei percorsi scolastici intrapresi dai docenti e ha evidenziato ulteriori difficoltà per i bambini e ragazzi con diverse abilità e disturbi dell’apprendimento, riducendo sensibilmente la loro partecipazione alle lezioni: da una recente ricerca di Save The Children risulta infatti che, tra aprile e giugno 2020, oltre il 23% degli alunni con disabilità (circa 70 mila) non ha preso parte alle lezioni, quota che cresce nelle regioni del Mezzogiorno dove si attesta al 29%. 

Altro capitolo è la questione della salute fisica condizionata dal benessere legato all’alimentazione. Dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità emerge che durante la pandemia i disturbi dell’alimentazione siano aumentati del 30%: il cibo è diventato tra i ragazzi un elemento compensatorio, nonché uno strumento per tenere sotto controllo ansia e disagio. Anche le diagnosi di ‘disarmonia alimentare’ (anoressia e abuso di cibi ‘cattivi’ e confezionati) sono aumentate del 30%. Accanto all’impossibilità di frequentare la scuola si è affiancata l’impossibilità di svolgere attività fisica e sportiva organizzata, assenza che ha portato, oltre a problemi fisici, anche reazioni a livello psicologico quali depressione e apatia, che purtroppo stanno diventando la norma in questa nuova società Covid. 

Vogliamo porre come Istituto degli Innocenti l’attenzione su un concetto di ‘salute’ allargato, da considerare come un fenomeno che interessa sia la sfera sociale, psicologica e biologica dell’individuo, focalizzandoci sulla situazione, dovuta alla pandemia, che bambini, bambine, adolescenti, nonché il più allargato nucleo familiare, stanno vivendo – commenta la presidente dell’Istituto degli Innocenti Maria Grazia Giuffrida - Le istituzioni - politiche, sociali, sanitarie, educative, scolastiche - svolgono un ruolo cruciale nei processi di tutela della salute, poiché con il loro intervento e le loro azioni, creano veri e propri sistemi culturali e sono un perno fondamentale per la promozione di habitat sociali la cui qualità favorisce la salute psicofisica dei cittadini. Diventa, ora più che mai, fondamentale trovare delle soluzioni condivise e coordinate tra queste realtà, ce lo impone la situazione. Crediamo che sia importante attivare al più presto una rete che veda coinvolti i vari attori del territorio, dalle realtà educative e scolastiche a quelle sanitarie, fino alle associazioni di volontariato, per collaborare e offrire a bambini, ragazzi e a chi si prende cura di loro dei servizi di supporto e di prevenzione del disagio”.

Ultimo aggiornamento: 14/12/2021 - 15:13