Bambini ridenti in piedi all'ombra di un aquilone colorato

“Alle bambine e ai bambini, dalla nascita fino ai sei anni, per sviluppare potenzialità di relazione, autonomia, creatività, apprendimento in un adeguato contesto affettivo, ludico e cognitivo, sono garantite pari opportunità di educazione e di istruzione, di cura, di relazione e di gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali”. E’ il primo articolo del decreto legislativo 65/2017 che istituisce il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni ed è anche il punto di partenza per una riflessione articolata e puntuale sullo sull’implementazione del cosiddetto “ZeroSei” in Italia.

“Rigenerazione”, il convegno della Fism Emilia-Romagna

Da qui, infatti, ha preso le mosse il Direttore dell’area Infanzia e Adolescenza dell’Istituto degli Innocenti, che sabato mattina è intervenuto a Modena a “Rigenerazione”, il convegno organizzato dalla Federazione italiana scuole materne (Fism) dell’Emilia-Romagna, aperto dai saluti dell’arcivescovo Erio Castellucci e del sindaco Gian Carlo Muzzarelli. Un’intera giornata di approfondimento e riflessione a cui hanno portato il loro contributo anche il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, la senatrice Vanna Iori e il presidente nazionale Fism Giampiero Redaelli. Significative anche le tavole rotonde e gli approfondimenti con Chiara Brescianini della direzione generale dell’ufficio scolastico dell’Emilia Romagna, Monica Raciti, responsabile dell’area infanzia e adolescenza dell’amministrazione regionale, Stefano Piastra, coordinatore del corso di laurea magistrale in scienze della formazione primaria dell’Università di Bologna, Luca Vecchi, presidente regionale Anci, Luca Iemmi, Presidente regionale Fism, Laura Colonna, referente del coordinamento pedagogico Fism per l’Emilia Romagna e le coordinatrici pedagogiche Fism di Modena, Ferrara, Ravenna e Parma, rispettivamente, Roberta Di Natale, Elisa Gottardo, Raffaella Lega e Barbara Maffei.

Zero-Sei, un sistema a due velocità

La riflessione, però, è partita dal lavoro di monitoraggio, ricerca e documentazione sull’educazione ZeroSei dell’Istituto degli Innocenti. Con il Direttore dell’area Infanzia e Adolescenza dell’Istituto degli Innocenti che è partito proprio dal primo articolo del decreto 65/2017, quello che sancisce le pari opportunità educative per tutte le bambine e bambini, per verificarne l’applicazione concreta in Italia a partire anche dall’indagine “Educazione Zerosei. Diritti, qualità e accessibilità del sistema integrato”, l’ultimo rapporto di monitoraggio pubblicato  dall’Istituto a gennaio nel volume che ha tenuto a battesimo la nuova collana Infanzia e Adolescenza agli Innocenti.  In termini di accesso il quadro che ne emerge disegna un Italia a due velocità: nelle scuole dell’infanzia, corrispondenti alla fascia 3-6 anni, infatti, il servizio è ormai generalizzato con un tasso d’iscrizione del 98,5%. Diverso, invece, è lo scenario per quanto riguarda i nidi d’infanzia che sono frequentati da appena un bambino su cinque fra 0 e 3 anni. Il dato medio nazionale, peraltro, è la conseguenza di tassi d’iscrizione marcatamente differenziati a livello territoriale: da una parte, infatti, vi sono le regioni dell’Italia centro-settentrionale (in testa Toscana, Emilia-Romagna e Umbria), dove si supera il  30%; dall’altra quelle del Mezzogiorno in cui si attesta attorno al 10%.

Le tre leve per aumentare l’accessibilità del sistema ZeroSei

Il tutto in uno scenario di prolungato decremento demografico che, nel tempo, ha portato alla chiusura di circa cinque mila sezioni e 1.500 scuole dell’infanzia. La crisi demografica, però, può diventare anche un’opportunità, “a patto d’investire sulla riconversione in servizi educativi e asili nido dei plessi scolastici che sono stati chiusi” come ha sottolineato Fortunati. Questa, infatti, è una delle tre leve da utilizzare per aumentare, qualificare e rendere realmente accessibile a tutte le famiglie l’offerta di servizi educativi nella fascia 0-3, come richiesto anche dall’Unione Europea. Insieme, però, sarà necessario anche investire sulla costruzione di nuovi asili nido e in tal senso un banco di prova è costituito dal Pnrr: “Sarà importante accompagnare gli investimenti strutturali con adeguati stanziamenti per coprire i costi di gestione dei nuovi nidi” ha spiegato il direttore dell’Infanzia e Adolescenza dell’Istituto.  Per il quale vi è, però, anche un ulteriore necessità: “Se vogliamo davvero arrivare a una piena parità di accesso, è necessario perseguire con forza e convinzione la strada dell’abolizione delle rette che le famiglie devono pagare per l’iscrizione ai nidi d’infanzia: è questa, infatti, una delle principali barriere che produce anche i fenomeni di rinunce, dimissioni e morosità”.

Ultimo aggiornamento: 10/10/2022 - 14:30