Youth Conference Nazionale 2022

I ragazzi e le ragazze e i tutor protagonisti della terza Youth Conference nazionale del Progetto Care Leavers che si è svolta a Firenze dal 26 al 28 maggio

Tre giorni di lavoro e confronto. Al centro i loro sogni e aspettative, i progetti di vita e di autonomia. Ma anche gli ostacoli che si frappongono alla loro realizzazione e gli strumenti e i sostegni a disposizione, o da mettere in campo, per superarli. Si è chiusa sabato la terza Youth Conference nazionale del progetto Care Leavers, la sperimentazione di interventi in favore di giovani che, al compimento della maggiore età, vivono fuori dalla famiglia di origine sulla base di un provvedimento dell’autorità giudiziaria, promossa e finanziata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali nell’ambito del Fondo per la Lotta alla povertà e all'esclusione eociale ed è realizzata con l’assistenza tecnico scientifica dell’Istituto degli Innocenti.

Care Leavers protagonisti: con l’Istituto degli Innocenti la prospettiva si ribalta

E’ stata la prima realizzata in presenza, un’ondata di idee, immagini, pensieri scritti e disegnati che hanno colorato gran parte degli spazi della sede di Piazza Santissima Annunziata, per l’occasione quasi tutto a disposizione dei giovani e dei loro tutor, rispettivamente due e uno per ciascuna regione d’Italia in modo da rappresentare i percorsi avviati in tutto lo Stivale. Giovedì ha aperto i lavori la direttrice dell’Istituto degli Innocenti Sabrina Breschi, insieme ad Anna Maria Serafini, coordinatrice del Piano di Azione Nazionale Garanzia Infanzia, a Paolo Onelli, direttore generale per la lotta alla povertà e la programmazione sociale del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e ad Adriana Ciampa, dirigente Inps e già dirigente anche della Divisione IV dello stesso dicastero. Sabatoi, invece, li ha chiusi Renato Sampogna, dirigente del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. In mezzo, però, i protagonisti sono stati soprattutto loro, i care leavers e i tutor che li accompagnano. Perché, con la Youth Conference e in generale il progetto Care Leavers, i piani si ribaltano: non più esperti che parlano dei giovani e ai giovani, ma quest’ultimi che raccontano a ricercatori e rappresentanti delle istituzioni il loro vissuto e i propri progetti di vita  ma anche interventi e correttivi per migliore e potenziale la Sperimentazione.

Le Youth Conference locali e regionali, un modello di valutazione partecipata e decentrata

Non è, infatti, un evento spot la Youth Conference nazionale, ma il momento di un processo di valutazione e monitoraggio partecipata, con il coinvolgimento dei giovani e degli operatori, che costituisce uno dei cardini del Progetto. Alla base ci sono le Youth Conference locali: nel 2021 se ne sono svolte 84 (33 da remoto e 51 in presenza) a cui hanno partecipato 359 dei 409 care leaver coinvolti nel progetto. Poi le Youth Conference regionali. L’anno scorso ce n’è stata una in ogni regione, eccezion fatta per il Molise che si è unito all’Abruzzo. Momenti di confronto che hanno fatto emergere criticità collegate ai vissuti (ad esempio la paura di crescere e sentirsi intrappolati nella fase di transizione) ma anche alle policy (la necessità di equiparare i sostegni economici al costo della vita, solo per citarne una) e agli strumenti e prassi operative del Progetto Care Leaver. Appunti e piste di riflessione che hanno stimolato la riflessione della tre giorni nazionale.

Progetto Care Leavers per accompagnare verso l’autonomia

Care Leavers, infatti, è una sperimentazione che ha come protagonisti i ragazzi e le ragazze neomaggiorenni che vivono fuori dalla famiglia di origine sulla base di un provvedimento dell’autorità giudiziaria e si propone l’obiettivo di accompagnarli verso l’autonomia attraverso la creazione di supporti necessari per consentire loro di costruirsi gradualmente un futuro e di diventare adulti dal momento in cui escono dal sistema di tutele. Sono 409 quelli attualmente coinvolti a livello nazionale. Ciascuno dei quali è al centro di un progetto strutturato di accompagnamento verso l'età adulta, risultato di una valutazione multidimensionale (Analisi preliminare e Quadro di analisi) elaborato da parte dell'assistente sociale, gli educatori della comunità o i familiari affidatari preferibilmente già dal diciassettesimo anno di età e con la fondamentale partecipazione dei ragazzi e ragazze. Il progetto ha durata triennale e accompagna i beneficiari fino al compimento del ventunesimo anno d'età. I ragazzi e le ragazze vengono accompagnati per realizzare i propri percorsi che possono essere orientati al completamento degli studi secondari superiori o la formazione universitaria, alla formazione professionale o l'accesso al mercato del lavoro.

Il ruolo dei Tutor

In tale percorso è fondamentale il Tutor per l'autonomia, la figura individuata per sostenere le finalità e gli obiettivi della sperimentazione nazionale e dei progetti individualizzati. Il tutor orienta alle scelte e sostiene il ragazzo e la ragazza nel raggiungimento degli obiettivi desiderati, s’integra nella rete di relazioni del ragazzo e della ragazza, collabora con l'assistente sociale e favorisce la realizzazione delle azioni previste nel progetto individualizzato. Ma stimola anche la rete amicale e l'inclusione sociale e risulta fondamentale per favorire connessioni fra i vari ragazzi coinvolti nella sperimentazione e per la creazione delle Youth Conference, organismi di partecipazione attiva dei giovani che facilitano lo scambio di esperienze e promuovono processi di innovazione.

 

Ultimo aggiornamento: 31/05/2022 - 11:05