genitore con bambino

Nel 2018 una mappatura dell'offerta dei servizi sociali nell’area infanzia e adolescenza curata dall'Istituto degli Innocenti, in qualità di Centro regionale di documentazione, aveva fatto emergere la necessità di potenziare il Pronto Intervento Sociale (Pis) per incrementare presenza e copertura del servizio nel territorio toscano. Un anno dopo, nel giugno 2019, la Regione approva la sperimentazione del Servizio regionale per le emergenze e urgenze sociali (Seus), un programma condiviso con Anci Toscana, Ordine degli assistenti sociali, le tre Aziende sanitarie territoriali, nove ambiti zonali (che alla fine del 2022 diventeranno 16) e 102 comuni per la realizzazione graduale e progressiva di un sistema e di un servizio a titolarità pubblica di secondo livello diffuso su tutto il territorio regionale e capace di fronteggiare situazioni di particolare gravità ed emergenza. Si arriva così, al 5 maggio 2022, ossia ieri, e al convegno nazionale sul Servizio di emergenza urgenza sociale e pronto intervento sociale: modelli a confronto che a Firenze, nella Sala Brunelleschi dell'Istituto degli Innocenti, ha visto confrontarsi alcune delle principali esperienze nazionali di Pis: il modello toscano, ovviamente, ma anche Bari, Bologna, Cremona, Napoli, Perugia, Roma e Venezia. Una giornata intera di studio e approfondimento, da cui è scaturita la proposta di promuovere una Rete nazionale capace di connettere esperienze già mature con altre che stanno crescendo, per consolidare il processo d'innovazione in corso.

Il Pis, un livello essenziale delle prestazioni sociali

Tre tappe fondamentali dello stesso percorso: la prima realizzata, la seconda in corso e la terza ancora tutta da costruire. A cui verosimilmente ne seguiranno altre con l'obiettivo di consolidare, radicare e rendere il più possibile omogeneo nei diversi contesti territoriali un servizio fondamentale. Perché il il Pronto intervento sociale non è un “optional” del sistema integrato di servizi e interventi sociali, bensì un livello essenziale delle prestazioni sociali. Un servizio quindi che le Regioni, pur nella specificità dei diversi modelli organizzativi adottati, devono prevedere nei propri ambiti territoriali. È, o dovrebbe essere, così, da 22 anni, precisamente dalla “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” (l. 328/2000) che, fra i livelli livelli essenziali delle prestazioni sociali individua anche “il servizio di pronto intervento sociale per le situazioni di emergenza personali e familiari”. Anche se la sua attuazione è diventata una reale priorità dei territori solo in tempi più recenti, grazie alla disponibilità di risorse adeguate e crescenti.

Emergenza e urgenza sono anche sociali

Il Piano povertà 2021-23 dedica al Pis una scheda tecnica specifica con i contenuti principali che il servizio deve avere in tutto il territorio nazionale. D'altronde il Pronto intervento sociale è una reale necessità dei cittadini, in particolare di quelli più fragili, che sempre più spesso si trovano di fronte a circostanze gravi e impreviste che generano un bisogno acuto di aiuto immediato o tempestivo, comunque non differibile, che richiede una presenza e una risposta pronta e qualificata da parte dei servizi sociali nell'arco delle 24 ore. Un servizio che assume una rilevanza e delicatezza specifica quando la situazione di bisogno urgente coinvolge bambini e ragazzi.

Il Seus, Il servizio di emergenza urgenza sociale della Toscana

Da qui, per la Toscana, la sperimentazione del Seus, da estendere gradualmente a tutto il territorio regionale, un sistema e un servizio a titolarità pubblica e di secondo livello, ossia attivabile da parte di soggetti pubblici, in primo luogo i servizi sociali territoriali, ma anche forze dell'ordine, istituti scolastici, dipartimento dell'emergenza urgenza sanitaria e altri servizi sanitari, attraverso un numero verde unico regionale e una centrale operativa dedicata che permette di fronteggiare h24 per 365 giorni le situazioni di particolare gravità sotto il profilo sociale: dai casi di violenza e abuso che emergono dalla Rete Codice Rosa all'abbandono, passando per la non autosufficienza, gli abusi, i maltrattamenti e la condizione di grave povertà.

Le prossime sfide

Beninteso, nodi da sciogliere ce ne sono ancora. Fra le molte sfide, infatti, c'è sicuramente quella di individuare i confini fra emergenza e urgenza, ovvero fra interventi improcrastinabili di risposta a bisogni primari e situazioni che richiedono tempestività ma non necessariamente immediatezza. Ma, soprattutto, quella di garantire, nella programmazione territoriale, il necessario equilibrio nel coniugare l’intervento in emergenza e urgenza con la prospettiva fondamentale di rafforzare l’azione costante di tipo promozionale e di sostegno, finalizzata a prevenire ed intercettare quelle condizioni di fragilità potenzialmente destinare ad evolvere in bisogno acuto. La strada, però, è stata tracciata.

Ultimo aggiornamento: 06/05/2022 - 16:48