Bambini che leggono intorno ad un tavolo

L’attenzione agli ambienti: che siano, certo, attrezzati con cura e sicuri,  ma anche capaci di offrire spazi accoglienti per favorire la partecipazione dei genitori e l’integrazione con i contesti. Perché un servizio educativo per l’infanzia non esiste in astratto ma è sempre collocato in un territorio e in una comunità, che sia un quartiere di una metropoli o un paese di montagna. Ma anche la costruzione di curricula centrati più sulle opportunità di apprendimento che sui contenuti e capaci di mettere al centro la relazione tra identità e diversità in cui quest’ultima sia considerata non come eccezione a una regola, bensì come espressione di una specifica identità. E, infine, l’alleanza educativa con le famiglie e la centralità del lavoro di gruppo e della comunità educante.

Nei servizi educativi per l’infanzia della Toscana le indicazioni degli Orientamenti nazionali 0-3, l’ultimo in ordine di tempo dei documenti elaborati dalla Commissione nazionale Zerosei del Ministero dell’Istruzione  per promuovere il sistema integrato 0-6, sono realtà già da tempo. Da ben prima del 6 dicembre scorso, la data scelta per la presentazione del nuovo documento, simbolica e significativa poiché il 6 dicembre 1971, esattamente 50 anni prima, fu approvata la legge 1044/71 che istituì, per la prima volta gli asili nido su tutto il territorio comunale.

Centro regionale e Istituto degli Innocenti punti di riferimento al livello nazionale

E’ emerso chiaramente questa mattina nel corso del seminario on line dedicato proprio alle esperienze dal territorio e alle prospettive attuative degli Orientamenti Nazionali 0-3, promosso dal Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza nell’ambito dei percorsi formativi curati dall’Istituto degli Innocenti per conto della Regione Toscana. Lo aveva previsto, d’altronde, la presidente della Commissione nazionale Susanna Mantovani, che ha illustrato proprio contenuto e obiettivi degli Orientamenti nazionali: “Grazie alle sue eccellenze, quali il Centro regionale e l’Istituto degli Innocenti e a una rete di servizi per l’infanzia diffusa in modo capillare tanto nei grandi centri che in quelli più piccoli, la Toscana ha anticipato e fatto da apripista a tante delle indicazioni elaborate nel documento – ha detto- e sono certa che molto ancora potrà fare sul piano culturale e formativo mettendo a disposizione anche delle altre regioni e territori i suoi saperi e competenze”.

Le esperienze dei territori della Toscana

Parole che hanno trovato conferma nel racconto dell’esperienze dei territori: da quello di San Miniato, con la responsabile dei servizi educativi e scolastici comunali Barbara Pagni che si è soffermata sul curricolo come strumento per rispondere ai bisogni dei bambini, a quello di Pistoia, con la dirigente comunale dei servizi educazione e istruzione Federica Taddei che ha raccontato l’esperienza di progettazione degli ambienti dei servizi educativi per l’infanzia, che siano accoglienti e propositivi. Passando per gli interventi della Coordinatrice pedagogica della Cooperativa Indaco di Montelupo Fiorentino Tania Mariotti che ha dato conto della necessità di valorizzare la professionalità educativa per un approccio pedagogico che tenga insieme i bambini, le famiglie e le comunità e per quello della Coordinatrice pedagogica della Cooperativa Koinè di Arezzo Serena Magini che ha messo al centro del suo intervento l’alleanza educativa con i genitori e le prospettive per un curricolo condiviso.

I poli per l’infanzia di Firenzuola, Marradi, Palazzolo sul Senio, San Godenzo e Vernio

Fra le buone prassi della Toscana, per altro, il direttore dell’area infanzia e adolescenza dell’Istituto degli Innocenti Aldo Fortunati ha ricordato anche il percorso per la realizzazione di cinque Poli per l’Infanzia nei comuni di Firenzuola, Marradi, Palazzolo sul Senio, San Godenzo e Vernio, portato avanti grazie all’impegno e alla volontà delle amministrazioni locali, con il supporto della Regione, e l’accompagnamento e l’assistenza tecnica dell’Istituto.

Le sfide aperte e le nuove sperimentazioni toscane

Beninteso, di sfide aperte e nodi da sciogliere ce ne sono ancora tanti. In Italia e anche in Toscana. A cominciare dall’accessibilità e dall’affermazione del nido, non come un servizio a domanda individuale, ma come un diritto di tutte le bambine e i bambini. Va in tal senso l’azione dell’amministrazione regionale che, per nuovo settennato  (2021-2027) del fondo sociale europeo, ha deciso d’incrementare le risorse destinate al sostegno dei nidi con l’obiettivo di abbattere le rette mensili per le famiglie con l’Isee più basso come ha ricordato l’assessora regionale all’istruzione Alessandra Nardini che ha introdotto i lavori del seminario insieme al dirigente tecnico dell’ufficio scolastico regionale Giacomo Tizzanini. Non solo, la responsabile del settore educazione e istruzione della Regione Sara Mele ha candidato la Toscana anche ad una nuova sperimentazione, da realizzare con il sostegno e l’assistenza tecnica del Centro Regionale e dell’Istituto, finalizzata alla realizzazione di coordinamenti pedagogici per la fascia d’età 3-6 anni in modo da incrementare le sinergie e l’integrazione con i coordinamenti 0-3.

Ultimo aggiornamento: 17/06/2022 - 15:23