Data:

03 Novembre 2023

immagine libro ringraziamenti alluvione

Ore 7: Piove a dirotto. Ho celebrato la Messa come di consueto.

Ore 8: Il nostro sottofattore di Figline mi informa che un'ondata d'acqua paurosa si è abbattuta sulla nostra fattoria. E' scomparso il pollaio, distrutto il raccolto del vino. Io, parroco, mi sono preso l'incarico di riferire. E' giorno festivo e non vi è alcuno agli uffici di amministrazione.

Ore 9: Giungono notizie che l'Arno è straripato a S. Croce, al ponte Vecchio… ma non vi è motivo di allarme qui, in piazza Annunziata. Piove a dirotto e c'è uno strano silenzio in città.

Inizia così la cronaca degli avvenimenti del 4 novembre 1966 scritta da Don Attilio Piccini, allora parroco di Santa Maria degli Innocenti, antica chiesa dell'Istituto. Nella sua Cronaca narrò in prima persona i drammatici momenti vissuti quel giorno dall'Ospedale che all’epoca ospitava oltre 200 bambini. In occasione del Cinquantesimo anniversario dell'Alluvione di Firenze del 1966, l'Istituto degli Innocenti ha ricordato questo evento attraverso una mostra online dedicata alla Cronaca scritta da Don Piccini. L’iniziativa intese ricostruire quanto accadde in quei giorni, quando l’acqua invase i locali più bassi dell’Istituto degli Innocenti, danneggiandone la sede brunelleschiana e travolgendo tutto ciò che era necessario a garantire l'accudimento dei bambini.

La mostra è sempre disponibile sulla pagina web dedicata e rappresenta ancora oggi uno strumento prezioso per ricordare il disastro dell’Alluvione, ma anche per celebrare il ricordo della figura di Don Piccini, scomparso nel 2016, e ringraziare tutti coloro che si prodigarono per aiutare l’Ospedale e i suoi piccoli ospiti.

La Cronaca di Don Piccini: c'è uno strano silenzio in città

La cronaca ci offre una testimonianza diretta di questo evento tragico e ci conduce per 18 giorni in una città devastata dall’alluvione. La mattina del 4 novembre le notizie circolarono inizialmente attraverso poche e confuse voci, ma in poche ore, verso l’ora di pranzo, l’acqua dell’Arno arrivò all’Istituto degli Innocenti. Lo stordimento, lo stridore dei clacson delle macchine, la puzza della nafta, la stanchezza e la paura non offuscaronono la lucidità degli abitanti di ‘casa’ Innocenti che si attivarono immediatamente, riuscendo ad operare in maniera efficace per ridurre fin da subito il pericolo per le persone e per limitare i danni all’Istituto e al suo patrimonio artistico. Prima ancora che l'acqua venisse percepita come una vera minaccia per la vita, Don Piccini aveva messo in salvo, quasi in un'azione solitaria, alcuni oggetti dal sottochiesa; verso le ore 16 di quel primo giorno, quando vi erano seri timori di crolli improvvisi, furono tolti dallo stesso parroco alcuni quadri dalla Galleria invasa dall’acqua.

Con l'inondazione dei seminterrati, che ospitavano i magazzini e i depositi, andarono persi enormi quantità di scorte alimentari, medicinali, vestiario e biancheria, prodotti dietetici per l'infanzia, macchinari, attrezzature per bambini. Nei giorni seguenti al dramma, i volontari lavorarono in ogni sezione cercando di recuperare quello che non era andato distrutto dal fango e dalla nafta. Immediatamente, dal giorno successivo all'evento, l'Amministrazione varò un piano di intervento per il ripristino delle attività.

I 200 bambini ospiti dell’Istituto

Il pensiero di Don Piccini e del personale dell’Istituto degli Innocenti fu subito rivolto agli oltre 200 bambini ospitati nella struttura; in particolare preoccupava la situazione dei piccoli delle sezioni Nido, Divezzi e Guidi, poste a pian terreno e, quindi, velocemente invase dalle acque. Lo spostamento di un così alto numero di bambini, ai piani più alti dell’Istituto, fu reso possibile anche grazie all'aiuto dei cittadini che erano rimasti bloccati in zona.

Passata la prima emergenza, era comunque necessario trovare una soluzione più adatta alle loro esigenze: alcuni bambini vennero trasferiti presso l'Istituto di S. Marta a Settignano; 15 lattanti, invece, furono collocati al Principessa di Piemonte e al Poggio Imperiale. Per garantire ai piccoli rimasti in Istituto una certa normalità, ci si diede da fare anche per ripristinare le lezioni scolastiche sia per i bambini delle elementari che per quelli della materna.

Gli angeli del fango

Anche attorno alla comunità degli Innocenti presero forma sentimenti di empatia e generosità da parte di singoli cittadini, ditte, enti e associazioni. La Cronaca registra con cura l'invio costante di cibo, indumenti, farmaci, disinfettanti, donazioni in denaro da parte di privati, così come l'arrivo e la partenza di tanti giovani volontari che si occuparono della pulizia, della disinfezione dei locali alluvionati e dei mobili, al recupero dei materiali dell’Archivio. Le firme di molti di loro sono raccolte e visibili come testimonianza nel libro degli ospiti dell’Istituto. Il lavoro dei volontari si aggiunge a quello svolto dai militari, dalla Misericordia, dai pompieri, dalla Croce Rossa e, ovviamente, al prezioso impegno di tutto il personale dell’Istituto.

Ultimo aggiornamento: 04/11/2023 - 09:41