Per affrontare il fenomeno dei minori stranieri arrivati in Europa da soli serve potenziare lo strumento dell'affidamento familiare. È ciò che si prefigge di fare Profuce (Promoting Foster Care for Unaccompanied Children in Europe), il progetto che intende coinvolgere un numero sempre maggiore di famiglie affidatarie e dare nuovi strumenti a genitori e operatori sociali.

Il progetto finanziato dalla Commissione europea ha la durata di 24 mesi. L’Istituto degli Innocenti è ente capofila per l’Italia che partecipa all’azione anche con il Comune di Firenze e il Villaggio Sos di Vicenza Onlus, che affiancano altri enti in Grecia e in Bulgaria. Il primo incontro tra i partner si è svolto a Firenze nel dicembre scorso.

Profuce si articolerà dando vita a campagne di reclutamento di famiglie affidatarie (per un totale previsto di 280 genitori coinvolti) e a percorsi di formazione di professionisti del sociale e delle famiglie che saranno coordinati in Italia dall’Istituto degli Innocenti.

In particolare il percorso di formazione utilizza il metodo "Alternative Family Care" (ALFACA), sviluppato da Nidos, una ong olandese che richiede attenzione alle differenze culturali, che devono essere valorizzate, ai problemi psicologici, alla promozione degli interessi dei minori. Secondo questa tecnica acquistano importanza alcuni aspetti antropologici come ad esempio il legame forte con la propria famiglia di origine e con il proprio Paese.

“Quello che è stato rilevato è che per migliorare le pratiche dell’affidamento dei minori non accompagnati è necessario migliorare le competenze, sia delle famiglie affidatarie, sia degli operatori sociali – spiega Maria Grazia Giuffrida, presidente dell’Istituto degli Innocenti – Il fenomeno dei minori non accompagnati è una questione trasversale che riguarda tutta l’Europa, i servizi sociali dei Paesi che si trovano a dover fare i conti con un fenomeno in crescita sono sotto pressione. Questo progetto, che seguiamo da vicino come ente capofila, si candida a essere un valido strumento per le politiche di asilo europee. Gli Stati membri dell'UE devono coordinare gli sforzi e aumentare la qualità delle cure ai minori migranti non accompagnati”.

“Nel contesto italiano vi è un maggiore impegno nella ricerca di risposte di tipo familiare per la cura ai minori stranieri non accompagnati rispetto ad altri Paesi europei – aggiunge il direttore generale dell’Istituto degli Innocenti, Giovanni Palumbo - Ci sono progetti pilota che hanno ad esempio coinvolto famiglie della stessa nazionalità dei bambini arrivati soli, ma c’è bisogno comunque di una maggiore consapevolezza e di una formazione sistematica sia per le famiglie che per i professionisti”.

Secondo Eurostat, sono 88.300 minori non accompagnati che hanno presentato domanda di asilo negli Stati membri dell'UE nel 2015 (il 23% di tutti i richiedenti asilo sotto i 18 anni). Missing Children Europe sottolinea che circa la metà di loro è scappato dai centri di accoglienza pochi giorni dopo il loro arrivo, per cercare un lavoro o per raggiungere parenti in altri Paesi europei. Il rischio è che possano essere intercettati da organizzazioni criminali e diventare vittime di forme di sfruttamento.

Il numero dei minori stranieri non accompagnati è in continuo aumento. Ad esempio in Italia nei primi quattro mesi del 2016, sono arrivati 11.648 minori stranieri non accompagnati, il 41% rispetto allo stesso periodo nel 2015. La maggior parte di loro sono adolescenti maschi (il 56% ha 17 anni, mentre solo il 7,3% ha meno di 15 anni). In Italia, i minori stranieri non accompagnati sono identificati nei centri di accoglienza sono in genere assegnati a alloggi di gruppo con circa 5-10 bambini e iscritti a scuole professionali.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 19/12/2021 - 14:37